Gela. Probabilmente, anche per allargare la sua personale rete di contatti confidenziali con le forze dell’ordine, l’imprenditore Antonello Montante, finito al centro dell’inchiesta “Double face”, non avrebbe mancato di elargire favori. Sono centinaia le conversazioni intercettate dagli investigatori, così come non mancano gli appunti e i file, conservati da quello che è stato un dei massimi vertici di Confindustria siciliana. Tra le carte dell’inchiesta, mentre gli indagati iniziano a presentarsi dai magistrati, spunta anche la sua stretta frequentazione con un dirigente di polizia, per anni in servizio al commissariato locale ma anche alla squadra mobile di Caltanissetta (non è indagato). Talmente stretto il loro rapporto, almeno stando a quanto ricostruito dai magistrati nisseni, da consentirgli di chiedere “favori” a Montante. Così, nel materiale valutato dagli inquirenti c’è anche una mail, inviata dall’indirizzo del poliziotto. Si tratterebbe di una richiesta indirizzata proprio a Montante.
La mail inviata a Montante. Per gli investigatori, l’imprenditore avrebbe dovuto interessarsi ad una dipendente della raffineria Eni di contrada Piana del Signore, di modo da ottenerne l’innalzamento di livello, ma anche ad un dirigente di un’azienda ferroviaria, a sua volta indicato per garantirgli una sorta di promozione. Dagli accertamenti condotti, sia la dipendente di raffineria che il dirigente risulterebbero legati da rapporti personali e di parentela con il poliziotto. Non è chiaro, almeno dagli atti, se poi l’eventuale intercessione di Montante abbia prodotto risultati. Una cosa è certa, però, anche insospettabili funzionari di polizia non avrebbero disdegnato di chiedere favori personali.