“Questioni irrisolte”, Siragusa: “Porte aperte nel Pd? Arancio sa che Donegani è già candidato?”

 
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L'esponente dem Guido Siragusa

Gela. Il Pd locale, ora affidato al commissario Giuseppe Arancio, cercherà di superare il valico di una crisi interna preoccupante. In settimana, lo stesso Arancio e i vertici provinciali dem (il segretario Renzo Bufalino e il presidente Massimo Arena), hanno tenuto a battesimo il nuovo corso. Hanno fatto intendere che politicamente nessuno vuole tagliare fuori la dirigenza uscente. L’intenzione non è quella di un repulisti per fare spazio alla “restaurazione”. “Con Arancio scegliamo la responsabilità”, ha chiosato Bufalino. “Mi fa piacere che ci siano stati i ringraziamenti per quanto ho fatto alla guida del partito – dice l’ex segretario Guido Siragusa che ha scelto di commentare seppur avesse deciso di non intervenire nell’immediatezza – però, devo dire che anche in conferenza stampa non sono stati per nulla toccati i temi che abbiamo posto. Le questioni di fondo che mi hanno portato a lasciare rimangono irrisolte. Sbaglia chi pensa che il problema era maturato intorno a liti interne. La questione, invece, è di prospettiva. Mi sono trovato, durante il periodo della mia segreteria, a dover sostenere le istanze dei tanti che dal Pd si sono allontanati perché l’hanno visto come un partito di pochi e al contempo davanti alle insistenze di quella parte invece abituata all’occupazione vera e propria del partito. Da un Pd fatto di ipocrisia, progressivamente, tanti si allontaneranno seguendo la stessa strada di chi l’ha già fatto. Porte aperte? Non mi pare affatto”. Siragusa è tra i dirigenti assai critici rispetto alle sorti di un partito locale che per molti, con l’avvento del commissario Arancio, finirà nuovamente nell’orbita dello zoccolo duro e dei “personalismi” del componente della direzione nazionale Peppe Di Cristina e dell’ex parlamentare Ars Miguel Donegani. “Mi è veramente dispiaciuto, da un punto di vista umano, aver dovuto litigare con Di Cristina – continua l’ex segretario – mi sono dimesso perché per mesi, anche dopo le primarie che abbiamo vinto, ho sollevato la questione ma sono rimasto inascoltato. Nei miei confronti c’è stata un’azione costante di delegittimazione da parte di Di Cristina. Era evidente ma nessuno ha ritenuto di dover intervenire. Noi abbiamo vinto le primarie e paradossalmente adesso usciamo sconfitti. Parteciperò all’assemblea che sarà convocata dal commissario e non lascio il partito. Dirò queste stesse cose”. Per Siragusa, la direzione regionale democratica, su spinta dello stesso Di Cristina e optando per Arancio, starebbe dirigendosi verso l’ennesima sconfitta. “Alle regionali dello scorso anno – continua – solo in provincia di Caltanissetta il partito non è riuscito a centrare il seggio per l’Ars. Nessuno si chiede il perché? Dal Pd tanti si sono allontanati perché continua ad essere un partito nel quale solo pochi, i soliti, possono ambire a ruoli di guida”. Siragusa, inoltre, individua le prime falle nel rilancio del partito.

“Si parla di porte aperte – precisa – ma nessuno ha informato Arancio del fatto che Donegani sia già candidato? Penso che lo sappia. Il centrosinistra non si fa con la candidatura a sindaco già in tasca. Magari, glielo chiarirò non appena avremo modo di sentirci. Non ho mai detto di volermi candidare a sindaco. Sicuramente, mi proporrò qualora si continuasse ad imporre la candidatura di Donegani. Se si faranno le primarie, io ci sarò. Inoltre, vorrei sottolineare che l’alleanza a freddo da decidere a Palermo, con Pd e Movimento cinquestelle, ha già perso in altre zone siciliane e non solo. Nello sviluppare il mio mandato di segretario, stavo invece lavorando ad uno scenario che potesse ricomprendere il civismo che guarda al centrosinistra ma anche quella vasta galassia di entità sociali, associazioni e organizzazioni sindacali, che nel tempo hanno preso le distanze dal Pd riservato a pochi. Evidentemente, a qualcuno non andava bene. A questo proposito, non sarò mai ipocrita e devo dire che mi convince quello che di recente ha spiegato il consigliere comunale Paola Giudice. E’ un pensiero che condivido”. Dopo la conferenza stampa dello stato maggiore dem, i pesanti interrogativi già avanzati da Siragusa diventano ancora più insistenti. “Non capisco come si faccia a dire che un partito che arriva da pesanti sconfitte elettorali decida di non virare verso il rinnovamento – conclude – spero sia stato solo un errore di comunicazione. Il progetto Greco è fallito? Allora, lo stesso si deve dire per chi l’ha sostenuto. Questione morale? Anche io sono fermamente convinto che debba essere un caposaldo. Quando la si porta avanti, però, bisognerebbe avere il coraggio di fare nomi e cognomi, senza sparare nel mucchio”. Tra le fila dem sarà necessario trovare un filo di congiunzione tra l’ala critica (adesso ancora più netta) e uno zoccolo duro che pare intenzionato a riprendere le redini, anche con l’obiettivo delle prossime amministrative. Ad oggi, pare quasi impossibile.

1 commento

  1. Ma quindi fatemi capire. Se il Sig. Siragusa non diventa candidato sindaco tutto il resto è il male? Troppe manie di protagonismo. Il Pd locale è perfettamente in linea con quello nazionale ecc…. Non sanno prenderne uno e metterlo lì. Voglio comandare tutti. È un partito assolutamente ridicolo.

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