Gela. Un colpo da quattordicimila euro messo a segno all’interno di un appartamento del centro storico. I soldi nascosti in casa. Alla fine, è arrivata la condanna a tre anni e un mese di reclusione per il trentatreenne Emanuele Valenti. Avrebbe fatto parte del gruppo che mise a segno il furto, scattato nell’abitazione di un’anziana. La donna nascondeva il denaro sotto un tappeto, nel tentativo di occultarlo. I ladri, però, portarono via tutto. In questo modo, il giudice Marica Marino ha accolto le richieste avanzate dal pubblico ministero Tiziana Di Pietro. La difesa, rappresentata in aula dagli avvocati Davide Limoncello e Giusy Ialazzo, però, ha messo in dubbio la riconducibilità dell’imputato ai fatti contestati dagli investigatori. Si arrivò all’identificazione del trentatreenne dopo alcuni anni e per il tramite di impronte digitali rilevate nell’abitazione diventata teatro del furto. Per la difesa, invece, proprio questo sistema non avrebbe garantito certezze rispetto all’effettiva identità degli autori del colpo.