Gela. Nonostante le buone intenzioni portate al tavolo
della trattativa, la vertenza degli operai della Turco costruzioni prosegue.
Quarto giorno di sciopero. I lavoratori, anche questa mattina, non hanno varcato i tornelli della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore. La linea è chiara, vogliono i pagamenti arretrati e non sono sufficienti i nuovi acconti promessi, già dalla prossima settimana, dai vertici aziendali. E’ il quarto giorno di fermo delle attività di cantiere. Ieri, dopo ore di confronto, i titolari dell’azienda edile, da anni impegnata nell’indotto della raffineria, hanno ribadito l’intenzione di coprire i pagamenti arretrati, nonostante i crediti che devono ancora essere incassati. Davanti ai delegati di Confindustria Centro Sicilia e ai sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil, sia confederali che edili, i rappresentanti della società hanno confermato il pagamento di altri acconti. L’impegno, però, non basta agli operai che attendono gli stipendi di luglio e agosto ma anche i conguagli di giugno, oltre alle varie indennità. Quindi, niente ripresa dei cantieri. Intanto, dall’ufficio provinciale del lavoro è arrivata una prima convocazione di tutte le parti. L’incontro dovrebbe tenersi lunedì a Caltanissetta, dopo la richiesta dei segretari provinciali di Fillea, Filca e Feneal. Francesco Cosca, Francesco Iudici e Dathan Di Dio hanno anche scritto alla prefettura nissena. La tensione è ancora alta e le parti sembrano piuttosto distanti.