Quando la fede fece l’impossibile: Santuario Madonna dei Miracoli, il miracolo che cambiò la città

A Mussomeli, il Santuario Madonna dei Miracoli si erge su un’antica edicola: la storia del prodigio e la folla devota in festa.

A cura di Redazione
01 agosto 2025 11:00
Quando la fede fece l’impossibile: Santuario Madonna dei Miracoli, il miracolo che cambiò la città - Foto: Pequod76/Wikipedia
Foto: Pequod76/Wikipedia
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Nel cuore di Mussomeli (CL), il Santuario della Madonna dei Miracoli non è solo un gioiello del barocco siciliano, ma un luogo di fede che ha trasformato un piccolo borgo in meta di pellegrinaggio. Costruito nel XVIII secolo dai padri domenicani, emerse a seguito di un miracolo avvenuto su una pietra, dove un paralitico guarì improvvisamente. Quel prodigio, testimoniato da fonti antiche e confermato da documenti ufficiali, spinse la comunità ad elevare una semplice edicola a chiesa, poi a santuario. Scopriamo insieme la storia, l’architettura e la curiosità che rende questo luogo unico.

Dal miracolo alla cappella: la leggenda che cambiò Mussomeli

Secondo un manoscritto dell’antico convento dei Domenicani, l’8 settembre – tra 1530 e 1540 – un povero paralitico si fermò su una pietra per riposare e, quando risvegliatosi, si mise a camminare e correre, gridando al miracolo. Attorno alla pietra fu trovata un’immagine della Madonna col Bambino dipinta su pietra, attribuita a un artista ignoto. Il resoconto dell’accaduto, riportato da fonti locali, ha valore storico: il popolo, convinto dal prodigio, innalzò una edicola, poi una costruzione barocca iniziata nel 1760, fondata da padre Francesco Langela, in seguito eretto a santuario.

Nel XVIII secolo, dopo ulteriori miracoli – come la guarigione del piccolo Lorenzo Lanza – i principi Lanza donarono preziosi ex-voto alla Madonna. Nel 1876, gli scultori Francesco e Vincenzo Biangardi realizzarono il gruppo sacro della Vergine con il paralitico e l’angelo posto nell’abside, tuttora portato in processione l’8 e il 15 settembre.

Architettura, fede e fede popolare nel XVI-XVIII secolo

Il santuario, realizzato in stile barocco siciliano, conserva al suo interno il dipinto originale sulla pietra, un imponente affresco del 1792 nella volta e opere lignee ottocentesche. In sacrestia, si trova il ritratto del domenicano padre Biondolillo e statue di notevole pregio. Il chiostro annesso al convento, oggi sede culturale denominata “Palacultura San Domenico”, conserva lo spirito originario del complesso religiouso.

La folla di fedeli affluisce durante le due processioni annuali: l’8 e il 15 settembre, quando il simulacro viene trasportato su un percolo dorato, illuminando le strade di Mussomeli in un clima di fede e comunione popolare.

Curiosità

Nel chiostro è sepolto padre Francesco Langela, l’anziano religioso che fece costruire il santuario: trasferitosi dopo un passato burrascoso, volle morire e venne sepolto tra le mura del complesso che aveva edificato. Fu anche noto per aver predetto discordie religiose, ma dopo la sua morte nel 1748, Mussomeli mantenne saldo il culto della Vergine, dando ai pellegrini un “miracolo vivo” nel suo stesso creatore.

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