Gela. Avrebbe ordinato il furto del passaporto intestato al suo ex compagno di nazionalità cubana.
Per questa ragione, il commerciante Nicola Interlici, insieme alla sorella Pamela e alla moglie del fratello Alessandra Caci, devono rispondere di furto e ricettazione davanti al giudice Antonio Fiorenza.
Il furto, stando all’accusa rappresentata in aula dal pubblico ministero Sonia Tramontana, sarebbe stata una vendetta causata dalle dichiarazioni rese dell’ex compagno davanti agli investigatori che indagavano su una serie d’incendi messi a segno ai danni delle attività economiche gestite dall’imputato.
Azioni di fuoco che, invece, sarebbero state commissionate proprio dal commerciante allo scopo d’incassare i premi assicurativi. Al momento del suo arresto, risalente all’aprile di tre anni fa, i carabinieri ricevettero la denuncia di furto presentata dall’uomo cubano.
I sospetti si incentrarono proprio sul commerciante e sulla sua famiglia. L’ex compagno di Interlici, infatti, dopo aver reso dichiarazioni ritenute assai importanti dagli inquirenti, decise di ritornare in patria. Un tentativo, però, che sarebbe stato ostacolato.
“Ricordo – ha detto in aula il tenente dei carabinieri Enrico Ferrante – che il passaporto rubato ci venne restituito all’interno del negozio gestito dalla famiglia Interlici. Furono la sorella dell’esercente e la cognata a farcelo ritrovare”.
Una linea confermata dagli altri investigatori sentiti anche alla presenza dell’avvocato difensore Raffaella Nastasi. Adesso, spetterà agli altri testimoni citati in aula esporre la propria versione dei fatti. La prossima udienza è già stata fissata per il 27 settembre.