Gela. Lavoratori e sindacati vogliono capire quale strategia, almeno per il futuro più immediato, hanno in mente i dirigenti di EniMed. Il messaggio è stato chiaramente lanciato durante l’assemblea che ha riunito dipendenti e segretari provinciali di Filctem, Uilcem e Femca.
L’attenzione, infatti, è puntata sullo sfruttamento, sempre più intensivo, dei pozzi per l’estrazione. Il timore dei lavoratori si concentra sui prossimi anni: di questo passo, infatti, si rischia un blocco naturale dell’attività.
“I dirigenti di Enimed – dicono i segretari Alessandro Piva e Silvio Ruggeri – devono essere chiari. I pozzi, soprattutto in realtà come quella locale, devono essere coltivati e non sfruttati all’inverosimile. In ballo, c’è il futuro occupazionale di oltre duecento lavoratori”.
In assemblea, diversi dipendenti hanno lanciato l’allarme sulle troppe ore di straordinario da sostenere.
“Anche questo – spiega il segretario della Femca Cisl Francesco Emiliani – è un punto da chiarire”. Per questa ragione, lavoratori e sindacalisti chiedono un immediato incontro con i responsabili del gruppo: la questione, comunque, potrebbe sbarcare anche tra le sale dei palazzi della regione.
Da lì, partono le autorizzazioni che permettono al gruppo Eni di estrarre dal sottosuolo locale. “Il discorso è assai più ampio del solo contesto cittadino – concludono Piva e Ruggeri – già altri centri estrattivi, con in testa quello di Bronte, si trovano ad affrontare serie difficoltà. Non vorremo che ciò si possa verificare anche quì”.