Gela. “Se la politica non riesce a dare risposte, allora è meglio che ci dimettiamo tutti. Non stiamo dando una buona immagine alla città”. Euna voce fuori dal coro quella che si alza in Consiglio comunale.
Tonino Ventura, eletto con il maggior numero di voti, non è consigliere d’opposizione, perché autonomista. A conferma che dietro la patina di “volemose bene” c’è malumore, ecco un altro mal di pancia nell’Mpa.
Ventura è alla sua prima esperienza in Consiglio, raramente va in tv o sui giornali, ma questa volta sembra deciso a rompere le dichiarazioni di facciata.
Se non cambiamo rotta il nostro compito volte manca il numero legale, in altri casi il dirigente o l’assessore competente.
Morale della favola? Le mie richieste sono ancora semplici scarabocchi su un foglio di carta”. “Non possiamo essere un numero che alza le mani per votare – aggiunge Ventura – dobbiamo assumerci la responsabilità di fronte ai cittadini”. Ventura passa però anche alle proposte.
“Ci sono punti fermi su cui dovremmo confrontarci, che possono sembrare irrealizzabili, ma che vanno la pena di essere approfondite. Intanto la defiscalizzazione del prezzo dei carburanti per i residenti. Noi produciamo benzina, con i rischi di inquinamento, e paghiamo come tutti gli altri.
Poi il lavoro. L’amministrazione deve programmare duecento borse lavoro per i giovani. Non risolveranno i problemi dell’occupazione ma saranno una boccata d’ossigeno a diplomati e laureati.
E infine la questione acqua. Serve chiarezza sui rapporti tra Ato idrico, Caltaqua e Comune. Se è giusto adeguare le tariffe del 7 per cento è altrettanto doveroso attendersi acqua tutti i giorni e potabili.