Prova bilancio superata, fase due per "modello Gela"? Sos centrodestra a rischio unità

L'approvazione del bilancio potrebbe aprire nuovi scenari. Per il sindaco, soprattutto il prossimo anno sarà un momento di analisi profonda mentre un centrodestra monco o comunque depotenziato non può che alimentare ancora di più la rotta che ha tracciato

04 dicembre 2025 07:30
Prova bilancio superata, fase due per "modello Gela"? Sos centrodestra a rischio unità -
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Gela. Il bilancio stabilmente riequilibrato approvato ieri sera dall'assise civica, adesso destinato alla valutazione ministeriale, è un giro di boa, amministrativo ma certamente anche politico. Gli alleati del sindaco Terenziano Di Stefano non hanno per nulla deluso le sue aspettative, più che legittime. Il voto a favore dello strumento finanziario è stato compatto e senza vuoti. Pd, M5s, Mpa e i civici di “Una Buona Idea”, hanno riproposto un senso di unità che un anno fa li portò a vincere, battendo un centrodestra, inizialmente dato per favorito senza se e senza ma. Di Stefano, sul bilancio, come hanno spiegato i suoi ieri sera, ha “messo la faccia”, mantenendo per sé la delega in materia, sicuramente tra quelle con maggiori oneri e pochissimi onori. Il sindaco sa bene che nei prossimi giorni qualcuno dei suoi alleati inizierà a maturare riflessioni sul prosieguo. Il bilancio era l'ultimo chilometro, in un percorso che non è per nulla giunto al capolinea, anzi. Una verifica politica non è da escludere, mentre nel campo progressista, domani, il leader di Controcorrente Ismaele La Vardera e il segretario regionale di “PeR” Miguel Donegani, in città, apriranno il cantiere in vista delle regionali del 2027 e non solo. Il primo cittadino non ha mai messo da parte l'ipotesi di un percorso amministrativo e politico da proseguire senza “ritocchi” in corso d'opera ma il “modello Gela” sembra destinato a una rivisitazione. Dovranno essere le segreterie dei partiti a farsi avanti e a sostenere l'esigenza di una verifica. Ieri sera, in aula, durante i lavori conclusi con il sì al bilancio, non è passata inosservata la presenza di esponenti che con Di Stefano, un anno fa, siglarono una sorta di patto d'onore, ben oltre il solo ragionamento politico. E' il caso dell'ex candidato a sindaco Salvatore Scerra così come dell'ex presidente del civico consesso Salvatore Sammito, che nel centrodestra fanno fatica a ritrovarsi e in questi mesi non hanno nascosto un'inclinazione civica. Dem, pentastellati, gli esponenti di “Una Buona Idea” e gli autonomisti dell'Mpa, in oltre un anno di governo della città, nonostante qualche ritrosia interna che viene e va, hanno sempre messo le basi per dare tutti i numeri necessari al primo cittadino e alla sua giunta, arricchita da “Sud chiama nord”, con l'assessore Filippo Franzone, e da Azione, con il titolare dei lavori pubblici, Luigi Di Dio. Per il sindaco, soprattutto il prossimo anno sarà un momento di analisi profonda, data la necessità di guardare tra i propri alleati (ci sono pure i comunisti che non hanno mai rinunciato a sostenerlo), senza trascurare ciò che sta evolvendo fuori da Palazzo di Città, come nel caso di “PeR” e della spinta di La Vardera con il suo Controcorrente. Il voto di ieri allo strumento finanziario pare certificare la netta virata di Italia Viva in direzione del “modello Gela”. Il consigliere comunale Alberto Zappietro, ancora adesso ufficialmente all'opposizione, ha espresso il suo sì al bilancio e senza tentennamenti. Lo ha fatto mentre tra il pubblico c'erano dirigenti renziani, come il segretario provinciale Giuseppe Ventura. Un accordo tra il sindaco e Italia Viva non è affatto da escludere, anticipato mesi addietro quando il partito entrò nella coalizione a supporto di Di Stefano, nella corsa per le provinciali. Dopo quella fase, c'è stata una frenata ma se il barometro sarà quello nazionale, è evidente che Iv non potrà che accettare il progetto, progressista e civico, che sta a fondamento del “modello Gela”. L'opposizione attuale, quindi, potrebbe cambiare i propri connotati, magari perdendo Italia Viva, che già lo scorso anno rappresentò un'eccezione nello schieramento a maggioranza centrodestra che supportò l'allora candidato a sindaco Grazia Cosentino. L'aula di ieri e i lavori conclusi con una verve quasi incontenibile, espressa dal sindaco e dai suoi, qualche solco l'hanno lasciato nella sfera del centrodestra: prima l'emendamento di Forza Italia, approvato dalla maggioranza, per intero, dal gruppo misto (con la stessa Cosentino) e dalla Lega (con il consigliere Antonella Di Benedetto), oltre che dall'azzurro Antonino Biundo, e poi lo strumento finanziario, pure in questo caso con il sì di forzisti, leghisti e gruppo misto. Le distanze, in entrambi i casi, le hanno prese i meloniani di Fratelli d'Italia (i toni si sono accesi sul finale nel botta e risposta a distanza tra il consigliere FdI Sara Cavallo, il presidente del consiglio Paola Giudice e il capogruppo dem Gaetano Orlando) e la Dc, rappresentata dal consigliere Armando Irti. Hanno optato per astenersi pure davanti all'emendamento tecnico di Forza Italia, proposto da Biundo e ispirato dal segretario cittadino Vincenzo Cirignotta. Qualcosa non è andata per il verso giusto e il drappello di centrodestra, già minoritario, è andato incontro a un'inattesa “balcanizzazione”. Forza Italia, Lega e il gruppo misto (con Cosentino), hanno scelto la strada della più classica responsabilità verso la città, invogliati dalla mossa della maggioranza che non si è per nulla irrigidita quando si è trattato di votare e approvare l'emendamento degli azzurri. FdI e Dc hanno optato per una linea più dura, astenendosi e sul finale lasciando l'aula. Il centrodestra, che negli ultimi mesi ha riaperto il tavolo cittadino per un progetto unitario, alternativo al “modello Gela” del sindaco, si è spaccato in maniera palese. Probabilmente, urge un chiarimento e forse qualcosa in più. Le segreterie d'area, forse, non sono riuscite a farsi trovare pronte, con una linea comune e l'emendamento targato solo FI potrebbe aver contribuito. La nuova guida locale di Forza Italia si sta dimostrando sempre molto attiva su più fronti e la Lega, a livello territoriale, non ha ancora risolto le pendenze politiche causate da vicende come quella della giunta di Caltanissetta mentre nel gruppo misto ci sono diverse espressioni. FdI e Dc hanno risposto quasi d'impulso, rompendo il fronte della minoranza, almeno ieri sera. Un centrodestra monco o comunque depotenziato non può che alimentare ancora di più la rotta tracciata da Di Stefano, che in più occasioni ha dimostrato di poter attirare simpatie politiche proprio in quest'area politica.

In fotoi consiglieri Alberto Zappietro, Antonella Di Bendetto, Antonino Biundo e Grazia Cosentino

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