Gela. Nella stanza del sindaco Domenico Messinese, nelle scorse ore, Eni e giunta
hanno messo sul tavolo il masterplan dei maxi progetti che dovrebbero rifondare la portualità locale.
“Una chimera”. Hub commerciali, basi del gas naturale liquefatto e, addirittura, l’attracco di navi da crociera. Fuori da quella stanza, però, la vicenda assume pieghe totalmente diverse. Dopo i tanti dubbi espressi dai chimici della Femca Cisl, sono quelli della Filctem Cgil a tratteggiare uno scenario degli investimenti Eni che non starebbero rispettando quanto stabilito nel protocollo d’intesa di tre anni fa. I chimici della Cgil, con il segretario provinciale Gaetano Catania, hanno concluso il direttivo provinciale. “Sono passati oltre tre anni dalla firma del protocollo al Ministero dello Sviluppo Economico – dice Catania – e la scommessa tanto sbandierata sul cambiamento green della raffineria, con la produzione di idrocarburi puliti, nonché della produzione del gas nell’off-shore locale, continua a sembrare una chimera. Anche gli spot nazionali dell’Eni sull’avvio della produzione bio nel 2018 non vengono più confermati! Cosa pensare, infine, del piano industriale di Eni presentato lo scorso 5 dicembre, nel quali si dichiara che Gela è un perfetto modello di integrazione e che tutti i progetti sono tutti in fase di completamento?”.
I chimici della Cgil bocciano le promesse di Eni, ma lo fanno anche con la politica locale. “Il direttivo della Filctem Cgil provinciale si legge in una nota – ritiene inderogabile la salvaguardia dei posti di lavoro e il rispetto degli impegni sottoscritti. Enimed, Raffineria di Gela, Safety Competence Center sono in difficoltà nel rispettare gli impegni sottoscritti al ministero, nonostante i proclami della politica locale o regionale, interessate solo a sponsorizzazioni e compensazioni. Nessuna delle voci previste dal protocollo per le nuove attività e il consolidamento è stato rispettato, relegando le responsabilità agli iter autorizzativi ministeriali e regionali. Anche l’attuazione degli impegni, assunti nel giugno scorso dal vice ministro allo sviluppo economico, circa lo stato di avanzamento lavori, è stata rinviata a data da destinarsi, e dopo sei mesi siamo ancora in attesa di una convocazione. Syndial sembra l’unica ad avere più slancio nell’attività industriale sul territorio, anche se con molte penalizzazioni per i lavoratori interessati”. I chimici della Cgil, supportati dal segretario confederale Ignazio Giudice e da quello regionale Giuseppe D’Aquila, ritengono essenziale il rispetto di quanto previsto nel protocollo di tre anni fa.
“Servono fatti concreti”. “La Filctem tutta, ritiene inderogabile l’impegno di Eni sul protocollo sottoscritto il 4 novembre 2014. Lo sviluppo di un territorio non può passare solo dai media, dai social o da altro. Lo sviluppo del territorio – concludono – passa dagli insediamenti industriali in un contesto verde, e va inoltre evidenziato che tale percorso in Sicilia, e a Gela in particolare, ha trovato iter autorizzativi semplificati rispetto al resto d’Italia. Noi pretendiamo fatti concreti e immediati ed alla politica chiediamo di alzare la voce e praticare il bene comune a partire dall’accordo di programma che ha visto l’amministrazione comunale andare e venire da Roma non si sa quante volte, senza portare nessun risultato tangibile”. Masterplan e promesse di mirabolanti investimenti non sembrano aver fatto breccia tra i chimici. L’azienda, in ogni caso, ha sempre ribadito il rispetto di tutti gli impegni assunti.