Roma. Con il nuovo Switch off alle porte, in Sicilia la maggior parte degli utenti rischia, da marzo, di non potersi più sintonizzare sulla televisione locale. Entro quella scadenza infatti numerose emittenti locali, compresa Tele Gela, saranno costrette a spegnere il segnale di trasmissione, perché escluse dalla graduatoria delle emittenti concessionarie di canale nel nuovo digitale con tecnologia t2 che sfrutta il 5G. Un problema che riguarda oltre 60 emittenti storiche siciliane che nel giro di un mese dovranno chiudere i battenti, ma che riguarda anche quelle tv che sono riuscite ad entrare in graduatoria, ma che adesso dovranno fare i conti con i costi troppo esosi di gestione. Il canone previsto per trasmettere infatti si aggira intorno a circa 9mila euro + iva al mese da corrispondere a raiway, concessionaria unica delle frequenze, rispetto ai 2.500 euro di oggi. Un investimento insostenibile che di fatto costringerà numerose emittenti a spegnere le frequenze. Per questo motivo diversi editori, che nei giorni scorsi hanno protestato a Roma, chiedono che venga scongiurato l’oscuramento di emittenti che da anni garantiscono la pluralità d’informazione legata storicamente all’emittenza locale a supporto di quella nazionale. La soluzione potrebbe arrivare da un emendamento da inserire nel decreto mille proroghe ora in discussione alla camera che di fatto prorogherebbe lo switch off al prossimo 31 dicembre, per consentire alle tv di riorganizzarsi e trovare la soluzione e per valutare l’opportunità di mettere al bando nuove frequenze. Un emendamento del genere sarebbe già pronto, con la doppia firma del M5S e di Forza Italia. A presentarlo il grillino Scagliusi e la deputata forzista Stefania Prestigiacomo.
Secondo la Prestigiacomo ci sarebbero ancora i margini per poter salvare migliaia di posti di lavoro e garantire ancora sul territorio l’informazione di prossimità.