Protesta al Liceo delle Scienze Umane: “Vogliamo tornare nella nostra scuola”
Durante l’incontro con il dirigente Maurizio Tedesco, è emersa la comprensione per il disagio degli studenti, ma anche la conferma che il rientro non dipende direttamente dall’istituto
Gela.Tornano a farsi sentire gli studenti del Liceo delle Scienze Umane di Gela, che si trovano costretti a seguire le lezioni nel plesso di via Feace, all’interno dell’istituto Antonietta Aldisio. Anche questa mattina hanno manifestato il loro malcontento, chiedendo con forza di poter rientrare nel loro edificio originario. Una protesta pacifica, ma determinata, che esprime il disagio di centinaia di ragazzi e ragazze che si sentono “ospiti” in una scuola non loro, costretti a spostarsi da un plesso all’altro e a vivere una quotidianità scolastica frammentata.
Nel corso della mattinata si è svolto un incontro tra una delegazione di studenti e il dirigente scolastico Maurizio Tedesco, che ha ascoltato con attenzione le istanze e le preoccupazioni dei ragazzi.Tedesco ha riconosciuto la legittimità delle loro richieste e la naturale voglia di tornare a frequentare la sede storica del liceo, ma ha anche spiegato con chiarezza che la questione non dipende direttamente dall’istituzione scolastica.
«Capisco perfettamente il disagio degli studenti e condivido il desiderio di rientrare nella sede originaria – ha dichiarato .
La dislocazione delle classi nel plesso “Antonietta Aldisio” ha comportato diversi disagi logistici: spazi limitati, laboratori non pienamente utilizzabili, difficoltà negli spostamenti e mancanza di ambienti adeguati alle attività specifiche del liceo delle Scienze Umane.Gli studenti lamentano anche la perdita di un punto di riferimento identitario.
"Non ci sentiamo più nella nostra scuola – raccontano alcuni di loro – Abbiamo perso la quotidianità, gli spazi di socialità, le aule a cui eravamo abituati. Vogliamo solo poter tornare a studiare dove siamo nati come istituto.»
Il dirigente Tedesco, pur ribadendo i limiti di intervento diretti dell’istituzione scolastica, si è detto disponibile a farsi portavoce delle richieste degli studenti presso gli enti competenti, auspicando che si possano finalmente sbloccare i lavori necessari per il rientro.
Per i ragazzi e le ragazze del Liceo delle Scienze Umane, la battaglia per tornare “a casa” è anche una battaglia di dignità e appartenenza. Una richiesta semplice ma profonda: avere una scuola sicura, stabile e veramente loro.
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