Gela. Ieri, dopo una lunga giornata di valutazioni e incontri, il sindaco Lucio Greco ha ufficializzato la nuova proroga a Tekra per il servizio rifiuti, fino al prossimo maggio, quando potrebbero scattare le attività in house affidate ad Impianti Srr. L’assemblea della Srr4, voluta dall’avvocato Greco, ha messo alcuni tasselli al posto giusto ma bisognerà però sottoscrivere il contratto attuativo e ad oggi la situazione finanziaria del municipio è tutt’altro che favorevole. Dopo la conclusione dell’assemblea di ieri, con l’impegno di Impianti Srr ad avviare il servizio in città nell’arco di centoventi giorni dalla stipula del contratto, il sindaco ha firmato l’ordinanza, necessaria per non bloccare attività essenziali. Il cortocircuito istituzionale si è subito materializzato. I contenuti dell’ordinanza, infatti, non sono per nulla piaciuti né al manager di Impianti Srr, l’ingegnere Giovanna Picone, né al presidente Srr Vincenzo Marino, a sua volta impegnato a mediare tra le parti. Secondo Picone, il sindaco giustifica la proroga imputando ritardi ad Impianti Srr e alla stessa Srr4. Così, nelle scorse ore il manager della società in house ha dato mandato di agire davanti al Tar Palermo, affinché i giudici amministrativi dichiarino l’illegittimità del provvedimento firmato da Greco. Picone e Marino considerano “surreali” i contenuti dell’ordinanza. “Il sindaco Lucio Greco nell’ordinanza 2 del 2023, mascherando le inadempienze del Comune che non ha dato copertura al servizio, impedendo in tal modo la sottoscrizione del contratto attuativo già fissato per il lontano 5 ottobre 2022, presso lo studio del notaio Andrea Bartoli, tenta di scaricare in modo scorretto la responsabilità sulla Srr per non aver ancora validato il Pef 2023, e sulla Impianti Srr per non aver completato le procedure di assunzione del personale e di acquisto di beni e di attrezzature. Tutto ciò, mistifica la realtà dei fatti”, spiegano. Entrambi parlano invece di “responsabilità” da concentrare solo sull’amministrazione comunale e sulle scelte di Greco. “L’unica responsabilità è dell’amministrazione Greco che non ha dato copertura finanziaria al servizio impedendo la definizione del Pef, i cui dati sono stati comunicati solo il 25 gennaio, e quindi la sottoscrizione del contratto. Srr e la Impianti, di contro, con grande senso di responsabilità per il territorio e per i cittadini di Gela – aggiungono – hanno approvato gli atti e le relative procedure sia per l’assunzione del personale sia per l’acquisto di tutti i mezzi e le attrezzature necessari per gestire il servizio, anticipandone le relative somme. Questa è la verità dei fatti e non quanto trascritto nell’ordinanza di proroga, per la quale abbiamo già dato mandato per proporre un ricorso per l’annullamento per erronea motivazione”.
Nel provvedimento che conferma la proroga a Tekra, il sindaco scrive che “il servizio di igiene ambientale non può essere sospeso senza creare pregiudizio alla pubblica salute per l’insorgere di inevitabili inconvenienti di natura ambientale ed igienico sanitaria”. Viene sottolineato, inoltre, che Palazzo di Città è in attesa del Piano economico finanziario asseverato dal cda della Srr4, che servirà poi a definire l’entità economica del contratto attuativo. Sarà l’assise civica a pronunciarsi, anche sulle tariffe Tari. Tutte procedure che comunque si concretizzeranno con una situazione finanziaria ancora sotto la lente di ingrandimento della Corte dei Conti. “Persistono oggettive problematiche di natura tecnica legate all’avvio della nuova gestione del servizio da parte dell’affidataria società in house Impianti Srr, stante che sono ancora in corso le procedure per l’assunzione del personale da impiegare nel Comune di Gela e non sono interamente completate quelle relative all’acquisto dei mezzi e delle attrezzature”, riporta l’ordinanza firmata dall’avvocato. Tutti passaggi che hanno spinto Impianti Srr ad affidare un incarico legale, appena ratificato, per procedere davanti ai giudici del Tar. Non è la prima volta che capita, visto che già in passato il primo cittadino, nel rilasciare altre ordinanze di proroga, ha fatto richiamo a ritardi organizzativi della società in house, che non si ritiene per nulla colpevole di lentezze.