Gela. E adesso cambia tutto. Dall’attuale compagine amministrativa che guida la città alle segreterie cittadine e provinciali. Ci sono i promossi ed i bocciati, inutile negarlo. E ora è il momento delle riflessioni. C’è chi ha ottenuto un successo elettorale personale che potrebbe utilizzare come ticket per le prossime amministrative (2024 o… prima?), incarichi di prestigio o leadership dentro il partito.
Inutile negare che il vincitore assoluto di queste elezioni regionali è Michele Mancuso da Milena. Per lui 8.160 voti personali e Forza Italia primo partito in provincia con 14.370 preferenze. La Cirrone Cipolla è seconda con 4.594 voti e Totò Sammito terzo con 1.616. Gli azzurri sono il primo partito in provincia, seguito dai Popolari, che sfondano quota 8.000 (8.416) con il medico Rosario Caci a 3.514 voti, insufficienti per fare scattare il seggio, visto che all’Assemblea regionale ci andrà il sindaco di Mussomeli Giuseppe Catania, forte dei suoi 4.520 voti. Il gelese Totò Scuvera si ferma a 2.585 voti ed il partito a 8.279.
Gongola anche Nuccio di Paola, quarto come candidato presidente ma eletto grazie ai 3.762 voti ottenuti in provincia (la maggioranza a Gela). I grillini si fermano a 5.638 voti complessivi.
Andiamo alle note dolenti. Iniziando dal Pd, che dopo trent’anni non ha un deputato regionale. Prima il testa a testa con Catania per contendersi un seggio all’Ars, poi la resa, con Marco Andaloro che prende 51 voti in più di Peppe Di Cristina, che ha già annunciato l’intenzione di dimettersi dalla carica di segretario provinciale. I 6.864 voti non possono essere un risultato soddisfacente e se è vero che a Riesi, sua città di origine, ha ottenuto un buon riscontro, non si può dire che lo stesso sia accaduto a Gela.
Tra i bocciati anche la lega di Salvini. Il dottor Roberto Alabiso si ferma a 1.103 voti mentre conferma di avere un pacchetto di voti solido malgrado gli anni che passano Pino Federico. La DC di Cuffaro ottiene 7.293 voti con l’ex presidente della Provincia che chiude con 3.110 preferenze. Insufficienti per scalzare Di Paola o Catania. Le tre liste di De Luca superano i 4.400 voti, con il gelese Piero Maniglia fermo a 92. Il terzo polo di Calenda schierava Carmelo Migliore, a differenza dei primi dati comunicati (decisamente inferiori) arriva a 1.867 preferenze.
In ambito nazionale godono i 5Stelle che piazzano due senatori, il riconfermato Pietro Lorefice e la new entry Ketty Damante. Un risultato storico anche per la città, frutto anche di una serie di combinazioni positive. L’avvocato Emanuele Maganuco ottiene un ottimo risultato personale, insufficiente per contrastare l’effetto trascinamento che ha portato Michela Brambilla e Stefania Craxi.
Adesso lo sguardo è rivolto a Palazzo di Città. Senza due assessori, in mezzo alla crisi interna con una Buona Idea, il successo di Forza Italia che andrà a rivendicare più presenza in giunta, il quadro è nebuloso. Come gestirà il sindaco l’attuale momento e soprattutto dopo aver fatto una sorta di “coming out” politico nel corso della campagna elettorale verso il neo presidente Schifani?