Gela. Intorno alle autorizzazioni per i progetti nelle aree vincolate ruotano somme consistenti, anche per milioni di euro. In municipio, la delibera predisposta dall’assessore Terenziano Di Stefano e dal dirigente Emanuele Tuccio è stata completata e verrà presentata in giunta. Negli ultimi tempi, Palazzo di Città e la Lipu, che gestisce l’ufficio regionale competente per le aree sotto vincolo, sembrano avere posizioni non convergenti. Il tentativo di arrivare ad un accordo complessivo c’è stato, ma pare non abbia sortito gli effetti ipotizzati. La scelta dell’assessorato sviluppo economico del Comune appare ormai chiara. “Nessuno vuole scavalcare la Lipu né mettere in discussione l’attività svolta da Emilio Giudice – dice Di Stefano – hanno sempre la centralità nel rilascio di questi pareri, come è previsto dalla legge. Però, ci sono dei tempi. Quindi, se i pareri che competono all’ufficio decentrato della Regione non vengono rilasciati entro il termine di trenta giorni, subentra la commissione del Comune, come indicato nella nuova procedura che stiamo per varare. Anche in questo caso, Giudice potrà comunque interagire. Nessuno intende escludere le sue competenze. Però, una cosa deve essere chiara, tutti i vecchi progetti per i quali non è stato ancora rilasciato il parere passano alla commissione e per quelli nuovi ci sono dei tempi precisi. La priorità va al parere dell’ufficio gestito dalla Lipu, ma dopo i trenta giorni subentra la commissione del Comune, peraltro composta da esperti, anche docenti universitari”. Su questo punto, però, sembra proprio che il Comune e la Lipu non vadano affatto di pari passo, visto che lo stesso Giudice ha più volte spiegato che questa soluzione non è in linea con la normativa. “Questa amministrazione ha sempre voluto collaborare con la Riserva Orientata, che rimane al centro di tutto il ragionamento – aggiunge Di Stefano – però, la città non può pagare le conseguenze del fatto che la Regione non abbia mai pensato di potenziare l’ufficio territoriale che rilascia i pareri su progetti, spesso veramente strategici. La delibera che stiamo portando avanti non va incontro agli interessi di nessuno, soprattutto dei privati, questo deve essere chiaro. Ci consente invece di avere tempi certi, imposti anche ai componenti della commissione comunale. Nessuno sarà esente. Ci siamo basati su un attento studio della normativa e sulla necessità di salvaguardare l’ambiente. Noi siamo per la massima collaborazione e personalmente ho anche evitato che si arrivasse a valutare le effettive competenze di chi fino ad oggi ha rilasciato i pareri”.
L’approvazione della delibera, che pare più che scontata, potrebbe però aprire un fronte di forte diffidenza reciproca tra Palazzo di Città e la Riserva, con gli operatori che hanno sempre chiesto un rafforzamento dell’ufficio decentrato e non invece l’attivazione di una commissione, sulla quale continuano ad esserci forti dubbi. “Dopo sessanta giorni, il procedimento amministrativo non è di competenza del Comune ma della Regione – spiega Emilio Giudice – dove vige il silenzio-diniego. Le pratiche per le quali non è stato rilasciato parere vanno trasmesse alla Regione. Bisogna applicare la legge e il piano di gestione. Non bisogna girarci intorno. Io segnalo tutte le incongruenze agli organi competenti, come ho sempre fatto. L’ambiente non è mio o della Lipu, tutti dovremmo andare nella stessa direzione”.