Processo al vescovo, si valutano nuove parti civili
L’udienza si è svolta ancora in forma predibattimentale
Enna. Seconda udienza e seconda assenza in aula per il vescovo di Piazza Armerina Rosario Gisana e per il suo vicario giudiziale, Vincenzo Murgano. Anche ieri, davanti al giudice Marco Strano, i due imputati – che hanno scelto il rito abbreviato – non si sono presentati. Seconda udienza e seconda assenza in aula per il vescovo di Piazza Armerina Rosario Gisana e per il suo vicario giudiziale, Vincenzo Murgano. Anche oggi, davanti al giudice Marco Strano, i due imputati – che hanno scelto il rito abbreviato – non si sono presentati. L’udienza si è svolta ancora a porte chiuse.
Al centro della discussione, la questione delle parti civili. Il nuovo legale del vescovo, l’avvocato Pierfrancesco Bruno del foro di Roma, aveva chiesto nella prima udienza di riconoscere come parte offesa il Ministero della Giustizia, sostenendo che nei reati di falsa testimonianza la persona lesa sarebbe lo Stato, non un privato. Una posizione che, di fatto, mira a escludere dalla lista delle parti civili Antonio Messina, l’archeologo ennese che con la sua denuncia ha fatto partire l’inchiesta sulla gestione degli abusi nella diocesi.
Il giudice ha accolto la richiesta preliminare: gli atti passeranno ora all’Avvocatura dello Stato, che avrà sessanta giorni per decidere se costituirsi parte civile. Rimane invece sospesa la valutazione sulle altre richieste, tra cui quella dello stesso Messina, dei genitori della vittima di Rugolo e delle associazioni “Rete - L'Abuso” e “Co.tu.le.vi”.
L’accusa nei confronti di Gisana e Murgano è pesante: falsa testimonianza nel processo che ha portato alla condanna dell’ex sacerdote Giuseppe Rugolo, oggi ridotto allo stato laicale, riconosciuto colpevole di violenze sessuali su minori. Una vicenda che ha travolto la diocesi e che nasce proprio dal coraggio di Antonio Messina, all’epoca minorenne, oggi trentenne, deciso a cercare giustizia non solo per sé, ma per tutte le presunte vittime rimaste in silenzio.
Il processo Gisana–Murgano rappresenta un passaggio storico per la Chiesa siciliana: mai prima d’ora un vescovo era stato chiamato a rispondere in aula dell’accusa di aver coperto un sacerdote condannato per abusi.
La prossima udienza è fissata per il 28 gennaio., come previsto dalla riforma Cartabia.
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