Processo al Vescovo Gisana, richiesto il rito abbreviato

Si è aperto il processo per falsa testimonianza contro il vescovo e il suo vicario. Oggi in aula le prime schermaglie sulle parti civili.

29 ottobre 2025 14:15
Processo al Vescovo Gisana, richiesto il rito abbreviato -
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Enna. Massiccia la presenza delle forze dell’ordine questa mattina davanti al Tribunale di Enna, dove si è aperto il processo che vede imputati il vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, e il suo vicario giudiziale, don Vincenzo Murgano, parroco della Chiesa Madre di Enna.

I due sono accusati di falsa testimonianza nel processo all’ex sacerdote Giuseppe Rugolo, oggi ridotto allo stato laicale e condannato per violenza sessuale su minori: quattro anni e mezzo in primo grado, tre in Appello.

In aula il nuovo legale del vescovo, l’avvocato Pierfrancesco Bruno del foro di Roma, ha presentato istanza per il rito abbreviato, mentre la difesa di Murgano ha annunciato che farà la stessa richiesta nella prossima udienza.

Gli avvocati degli imputati hanno inoltre chiesto di inserire il Ministero della Giustizia tra le parti offese.

“Nei reati di falsa testimonianza la persona offesa è lo Stato – ha spiegato l’avvocato Bruno –. Abbiamo chiesto al giudice di valutare se il capo d’imputazione non sia carente, perché in questo caso un privato non può essere considerato parte lesa”.

Oggi infatti si è trattato di un’udienza predibattimentale, introdotta dalla riforma Cartabia, incentrata proprio sulle costituzioni di parte civile, tra cui quella di Antonio Messina, l’archeologo ennese la cui denuncia ha dato origine all’inchiesta.

“Ho voluto denunciare perché credo nella verità e nella giustizia – ha dichiarato Antonio Messina – È giusto che anche il vescovo Gisana e Monsignor Murgano rispondano delle loro responsabilità, delle coperture e delle false dichiarazioni con cui hanno difeso chi ha commesso abusi. La mia richiesta di giustizia non si ferma ai tribunali italiani: la porterò anche davanti alla giustizia ecclesiastica.”

Secondo la Procura di Enna, il vescovo Gisana avrebbe mentito su incontri e presunte offerte di denaro alla famiglia Messina per mettere a tacere la vicenda, e avrebbe persino consegnato a Rugolo una copia della denuncia ecclesiastica presentata dai genitori del giovane, poi ritrovata nel computer del sacerdote.

Il vicario Murgano, invece, avrebbe negato di aver dato assistenza legale a Rugolo, ma una registrazione acquisita agli atti lo smentirebbe.

La prossima udienza è fissata per il 19 novembre, quando il giudice Marco Strano dovrà decidere sull’ammissibilità delle parti civili e sulle richieste delle difese.

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