Gela. L’indagine in corso riguarderebbe il presunto inquinamento di un corso d’acqua, nella valle di Essebt, in Algeria. Le autorità del paese nordafricano avrebbero avviato delle verifiche rispetto a possibili responsabilità da parte del gruppo gelese Sicilsaldo, azienda che effettuò i lavori del gasdotto Gk 3, per conto di Saipem. Una vicenda emersa anche a seguito di quanto riportato dalla stampa algerina e dall’agenzia di informazione Nova, che però riferiscono di cinque mandati d’arresto internazionali che sarebbero stati spiccati nei confronti di dipendenti della società. Si fa riferimento ai nominativi di Emilio Brunetti, Salvatore Solito, Giovanni Sciuto, Ennio Luca Domicoli e Giovanni Barone. I rappresentanti dell’azienda, contatti, invece escludono qualsiasi provvedimento giudiziario nei confronti della società o di dipendenti. “Nessuna notizia riguardo l’esistenza di tale procedimento è mai pervenuta né alla società né ai singoli dipendenti. Vi è di più, a tal riguardo abbiamo verificato che i predetti dipendenti non erano presenti in Algeria nel 2012 – si legge in una nota ufficiale di Sicilsaldo – gli stessi, infatti, hanno partecipato solo alla fase iniziale dei lavori, cioè fra il 2009 e il 2010. Ad ogni modo, la società Sicilsaldo – allo scopo di far luce sull’accaduto – ha interpellato l’Ambasciata italiana ad Algeri e, congiuntamente, l’Interpol per verificare la veridicità di quanto appreso. Allo stato attuale gli organi aditi non hanno saputo fornire alcun chiarimento in merito”.
La proprietà di Sicilsaldo conferma di aver dato mandato ad un pool di legali algerini, soprattutto per verificare le fonti giudiziarie del paese. “Per avere informazioni attendibili e fugare ogni dubbio, è stato appositamente affidato dall’azienda un incarico ad uno studio di legali algerini, il quale, all’esito di specifiche verifiche – continua la nota – ha comunicato che non risulta essere stata emessa nessuna condanna da parte di qualsivoglia tribunale nei confronti della società o di persone ad essa riconducibili ma che, invece, esiste una indagine scaturita dalla denuncia di un ex dipendente locale licenziato dalla società il quale, probabilmente, per una sorta di ritorsione o vendetta, avrebbe accusato la Sicilsaldo del presunto danno ambientale. Certo è, comunque, che nessuno sversamento è stato perpetrato dalla nostra società o dal personale che opera per nostro conto e che l’azienda ha sempre e dovunque adottato un comportamento volto alla salvaguardia dell’ambiente”. L’agenzia Nova si rifà a quanto pubblicato dal quotidiano algerino “Echorouk”, che avrebbe riportato la segnalazione arrivata da un’associazione locale, con la denuncia di un presunto sversamento di sostanze pericolose in un corso d’acqua, usato come fonte anche per l’irrigazione dei campi. Tutti fatti che i vertici di Sicilsaldo smentiscono.