Gela. L’indagine partì dopo la dichiarazione di fallimento dell’azienda ed emersero diverse presunte irregolarità. Non solo la mancata dichiarazione dei redditi (reato poi comunque prescritto), ma anche la distruzione dei libri contabili e una presunta truffa ai fornitori. Dopo le condanne di primo grado emesse dal tribunale di Enna, i giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno rivisto le posizioni dei tre imputati. Tra i titolari dell’azienda, impegnata nel settore della distribuzione alimentare, c’erano due gelesi. I giudici nisseni hanno assolto Carmelo Vella e ridotto la condanna nei confronti di Carmelo Manuello (a tre anni di reclusione a fronte dei tre anni e sei mesi decisi in primo grado). La condanna è stata confermata, sempre a tre anni di reclusione, nei confronti di un terzo socio Pasquale Cataldo. Dalle indagini emersero pagamenti effettuati con assegni privi di effettiva copertura. Titoli che venivano girati a diversi fornitori.
Per Vella, difeso dall’avvocato Davide Limoncello, le accuse sono cadute. Il legale è riuscito a dimostrare il ruolo assai limitato avuto dall’imputato nella gestione della società. La procura generale, invece, ne ha chiesto la condanna. Per il difensore, avrebbe mantenuto le cariche aziendali solo per un breve periodo di tempo. Condanne invece confermate nei confronti degli altri due imputati (difesi dagli avvocati Filippo Incarbone e Massimo Sicurezza), ma ridotte rispetto a quanto stabilito dai giudici di primo grado.