Gela. Il preliminare di vendita che era stato stipulato per l’acquisto di un immobile in contrada Cocuzza in realtà sarebbe stato una truffa. L’imprenditore edile Salvatore Greco, secondo quanto sostenuto dai pm della procura, ne avrebbe approfittato solo per incassare, tra anticipi vari, circa 162 mila euro sui 700 mila complessivi pattuiti per la cessione dell’abitazione. Greco è stato condannato dal giudice Antonio Fiorenza. Due anni di reclusione e l’obbligo di una provvisionale da 30 mila euro. Al termine della sua requisitoria, il pm Pamela Cellura ha chiesto una condanna ancora più pesante a tre anni di detenzione. A denunciare il raggiro fu quella che doveva essere l’acquirente dell’immobile. Fabiola Monreale e la sua famiglia, dopo la stipula del preliminare e con l’impegno a chiudere il contratto definitivo dopo quattro anni, versarono gli anticipi richiesti, compresi quelli fatti pervenire all’imprenditore, nonostante avesse già trasferito la proprietà dell’immobile ad un’altra società, per gli investigatori però riconducibile sempre a lui. Il pm Cellura, in aula, ha confermato gli elementi d’accusa, ritenendo provata la volontà di Greco di non cedere la proprietà pur avendo incassato gli anticipi.
Stessa linea seguita dal legale di parte civile, l’avvocato Filippo Spina, che ha invece assistito la donna che avrebbe dovuto diventare nuova proprietaria e che ha denunciato l’accaduto. Sono stati ricostruiti tutti i passaggi contrattuali e i successivi trasferimenti bancari a fondamento del quadro accusatorio. L’imprenditore, che in passato ha realizzato anche opere pubbliche nel territorio locale, ha invece sempre escluso irregolarità. L’ha fatto attraverso il suo legale di fiducia, l’avvocato Carmelo Peluso. La ricostruzione fornita dalla difesa, però, non ha trovato riscontro, con la condanna invece pronunciata dal giudice.
