Porto rifugio, un anno fa l'ultimo tavolo ufficiale: serve una svolta per i lavori
Il porto rifugio versa in una condizione di quasi totale impraticabilità. Il prossimo anno dovrà essere quello di una piena ripresa dell'iter, altrimenti le nubi scure dell'ennesima incompiuta potrebbero addensarsi in maniera sempre più minacciosa
Gela. Il porto rifugio si conferma tema di difficile soluzione. Da anni, si attende la svolta decisiva per arrivare ai lavori di dragaggio e a quelli per il braccio di ponente. Il sito, senza gli interventi necessari, è destinato al costante isolamento, caratteristica che lo ha tagliato fuori da ogni possibile rotta, azzerando la marineria locale e tutte le attività connesse. Un anno fa, al termine di un tavolo tecnico che l'amministrazione comunale ottenne, in presenza dell'allora presidente dell'Autorità della Sicilia occidentale, Pasqualino Monti, era stato indicato un termine di sei mesi per il rilascio dell'autorizzazione ambientale mentre gli uffici avrebbero proseguito nel delineare la progettazione dei lavori, per importi non inferiori ai quaranta milioni di euro. Quella verifica, a Palermo, si tenne nel novembre del 2024. Oggi, mancano riscontri. L'amministrazione comunale e il comitato pro-porto, attendono una risposta per la fissazione di una riunione, richiesta all'Autorità, da qualche mese retta dal commissario Annalisa Tardino, ex europarlamentare della Lega e voluta dai salviniani. Pare che il commissario stia predisponendo incontri per tutti i siti portuali gestiti dall'Autorità e di conseguenza potrebbe arrivare una convocazione pure per quello locale. Le ultime notizie ufficiali, mesi addietro, vennero sintetizzate nel parere rilasciato dalla sottocommissione ministeriale per la procedura di Valutazione ambientale. Da allora, nessuna altra traccia. Il comitato insiste e teme che i tempi lunghi possano pesare sulla validità delle autorizzazioni e dei campionamenti già effettuati, dato che il porto locale rientra nel Sito di interesse nazionale. Il sindaco Terenziano Di Stefano e l'assessore Peppe Di Cristina hanno avuto contatti istituzionali, così come il senatore Pietro Lorefice. Il porto rifugio continua a versare in una condizione di quasi totale impraticabilità. Il prossimo anno dovrà essere quello di una piena ripresa dell'iter, altrimenti le nubi scure dell'ennesima incompiuta potrebbero addensarsi in maniera sempre più minacciosa.
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