Porto rifugio, caratterizzazione indietro tutta: ora Regione accelera, affidate attività

 
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Gela. Forse, ha contribuito anche l’eco delle pesanti critiche che in questi giorni si sono concentrate su una gestione della procedura per il porto rifugio, tutt’altro che celere e amministrativamente brillante. Il piano di caratterizzazione dei fondali e delle sabbie va rifatto del tutto, come ha disposto il dipartimento regionale della protezione civile. Dopo anni, c’è stato un netto ritorno indietro. Lo stesso dipartimento, però, nelle ultime ore ha disposto l’affidamento di tutti i lotti previsti per le attività di caratterizzazione. La spesa complessiva è superiore a 550 mila euro. Somme che sono previste nel fondo destinato ai lavori di dragaggio del porto rifugio, mai realizzati nonostante un inter infinito. Le attività, sia in mare che per le analisi dei campioni, suddivise in quattro lotti, sono state affidate alla cooperativa “Atlantis” di Monreale, nel palermitano (che si era già occupata di rilievi nel sito locale), alla “Agrolab Ambiente” di Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa, alla “Agrolab Italia”, con sede nel vicentino, e alla “Ambiente e Sicurezza” di Messina. Il dipartimento ha optato per affidamenti diretti, con lotti che sono stati assegnati in base al tipo di attività prevista.

Questo tipo di soluzione è stata adottata seguendo le indicazioni del consulente Giuseppe Zaffino, al quale il dipartimento ha affidato l’incarico di monitorare le procedure per arrivare ai lavori al porto rifugio. Ha avuto interlocuzioni con Ispra per l’aggiornamento del piano di caratterizzazione. Dopo anni di attesa, con lavori di dragaggio e allungamento del braccio di ponente mai concretizzati, a Palermo forse hanno deciso di accelerare, nel tentativo di non sommare ritardi ad altri ritardi, per un porto rifugio che è impraticabile e fuori da ogni possibile rotta.

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