Gela. Lo scorso febbraio, ben prima del lockdown per l’emergenza Covid, l’assessore regionale alle infrastrutture Marco Falcone, durante una visita a Palazzo di Città, si era detto più che sicuro di un avvio dei lavori per il porto rifugio, “non oltre il 15 marzo”. Il sito è insabbiato da anni e ancora oggi è praticamente isolato e tagliato fuori da qualsiasi flusso. A sei mesi di distanza da quella visita, e il lockdown non può certamente essere usato come paravento per tutto, il dipartimento regionale della protezione civile ha inoltrato le integrazioni documentali chieste da Ispra. Gli incartamenti iniziali, a quanto pare legati al tipo di analisi condotte sulle sabbie del porto, erano risultati incompleti. Passano ancora mesi, ma della gara non si vede traccia. La scorsa settimana ci sono state interlocuzioni tra lo staff del senatore grillino Pietro Lorefice, che sta seguendo un iter sempre più intricato, e il responsabile unico del procedimento (per conto della Regione). E’ stato riferito che, anche in questo caso dopo incomprensioni e altro tempo perso, le integrazioni richieste da Ispra alla Regione sarebbero state inviate. Nel travagliato percorso burocratico che dovrebbe condurre alla gara per i lavori di escavo e gli interventi al braccio di ponente, è sempre meglio usare il condizionale. Lorefice ha più volte lamentato pubblicamente i ritardi degli uffici palermitani. Pare che il senatore e il suo staff parlamentare effettueranno nuove verifiche anche la prossima settimana. Se le integrazioni trasmesse da Palermo dovessero superare il vaglio di Ispra, allora la procedura potrebbe arrivare a chiusura, con il passaggio alla fase di gara. Il ministero, come conferma Lorefice, vorrebbe però mantenere una certa distinzione burocratica tra gli interventi di escavo e i lavori per il braccio di ponente. Ad oggi, nonostante i fondi delle compensazioni Eni, è stato effettuato solo un intervento di riprofilazione, che non ha sortito effetti, se non quello di creare un deposito non autorizzato di sabbie, proprio nell’area del porto rifugio.
C’era ancora l’ex presidente della Regione Rosario Crocetta quando vennero autorizzati quei lavori, che anche gli operatori del settore guardarono con un certo scetticismo. Dalla Regione, di recente, sono arrivate notizie poco confortanti anche per il progetto della darsena commerciale, finito sotto la scure dei tagli (anche se il governo Musumeci ha promesso che una via d’uscita si troverà). Il comitato pro-porto da anni denuncia ritardi e il disinteresse della politica, in un sito che non riesce ad assicurare neanche i servizi minimi.