Gela. Porto isola e royalties petrolifere sono al centro delle attuali discussioni interne alla dirigenza della fabbrica Eni.
Con l’imminente avvio delle due linee di produzione ferme ormai da un anno, il porto isola si sta trasformando in un grande punto interrogativo. Le preoccupazioni principali riguardano la possibilità di far attraccare navi cisterne di grandi dimensioni.
Il servizio di rimorchiatori, temporaneamente affidato al gruppo Eureco, continua ad essere sottoposto a vincoli che non sembrano potersi sposare con le esigenze della produzione. Le due linee in marcia necessitano di una maggiore movimentazione di prodotti, sia in entrata che in uscita dalla fabbrica di contrada Piana del Signore. Attualmente, però, le condizioni imposte anche sul fronte della tutela della sicurezza mettono a rischio l’arrivo dei prodotti.
“Da quello che ci risulta – dice il segretario della Uiltec Silvio Ruggeri – i problemi principali, aldilà dell’organizzazione interna alla fabbrica, si chiamano porto isola e campo boe. Da quando i dirigenti di Siciliana salvataggi hanno deciso di abbandonare il servizio di rimorchiatori, si sono moltiplicati i ritardi. Ad esempio, non si sa più nulla della gara d’appalto che dovrebbe servire a riassegnare il servizio”.
Proprio su questo fronte, continua la mobilitazione degli ex lavoratori della Siciliana salvataggi. Lunedì, un sit in di protesta si svolgerà davanti alla sede della capitaneria di porto. Operai e sindacalisti della Filt-Cgil vogliono chiarezza sulle assunzioni promesse dal gruppo Eureco e non ancora effettuate.
“Continuando così – ammette il segretario della Filctem Alessandro Piva – andremo incontro ad un periodo di forti preoccupazioni. Addirittura, i dirigenti di Eni hanno dovuto fare marcia indietro rispetto all’arrivo di una nave da 80 mila tonnellate di greggio che doveva essere raffinato negli impianti dello stabilimento”.
Una posizione sposata dal segretario della Femca-Cisl Francesco Emiliani.
“La questione porto isola – scrive in un comunicato – non deve trasformasi in un altro ostacolo per lo sviluppo. Abbiamo già la diga foranea fuori uso. Così, si penalizzano solo i lavoratori”. Intanto, dall’aula dell’Assemblea regionale, esce una novità sul fronte delle royalties petrolifere che anche il gruppo Eni versa nelle casse comunali.
“E’ passato un nostro emendamento – spiega il portavoce locale del Movimento 5 stelle Giuseppe Lo Monaco – che raddoppia il valore delle royalties versate da gruppi come Eni in favore degli enti locali sul cui territorio si effettuano attività d’estrazione e raffinazione. In base ai primi calcoli, almeno altri sette o otto milioni di euro potrebbero essere incassati a Palazzo di Città rispetto a quelli già percepiti”.