Gela. Oltre quattro ore di consiglio comunale, tutte concentrate solo sul taglio del progetto della darsena commerciale. L’assise civica avrebbe dovuto affrontare il nodo, economico e politico, dei definanziamenti che nei mesi si sono abbattuti sulle sorti di diversi progetti destinati alla città. In aula, però, si sono presentati solo i tecnici regionali che seguono l’iter della darsena. Non c’era nessun esponente della giunta Musumeci e solo due parlamentari del territorio, i grillini Ketty Damante e Nuccio Di Paola, hanno seguito i lavori, ma in streaming e senza intervenire. Alla fine, il consiglio comunale ha varato un documento che chiede espressamente l’intervento del presidente della Regione Nello Musumeci e una conclusione dell’iter entro l’ultima finestra temporale disponibile, quella del 2025. In base all’atto approvato da diciassette consiglieri rimasti in aula, il governatore siciliano dovrà riferire nell’aula di Palazzo di Città. I tecnici del progetto (che vale 143 milioni di euro), Manlio Munafò, Carmelo Ricciardo e Fulvio Bellomo, hanno ripercorso le travagliate tappe di una procedura che iniziò ad essere citata nelle carte ufficiali già a metà degli anni ’90, ma che ad oggi continua ad essere in bilico. Termine ultimo, per non perdere anche i fondi della programmazione complementare, è il 2025. La scadenza ipotizzata del 2023, ormai non potrà essere rispettata. Quindi, niente gare a breve, anzi. Bisognerà dare seguito agli interventi imposti dall’organismo di ispezione. Anche per questa ragione, agli uffici dell’Unione Europea non è mai stata trasmessa la scheda grandi opere. Con il passaggio di programmazione, si è resa non necessaria. Una cosa è certa, la burocrazia regionale ha tracciato uno scenario che poco ha a che spartire con i toni trionfalistici della politica, che già preannunciavano la conclusione dell’iter. Invece, niente di tutto questo, nonostante fino ad oggi siano stati spesi circa 300 mila euro di fondi extra budget, solo per questo progetto. Soldi pubblici che la Regione ha impegnato per consulenze, verifiche tecniche e convenzioni con enti e università. I risultati, forse, si inizieranno ad intravvedere dal 2025, sempre che si possano rispettare i tempi ipotizzati. Era quasi scontato che in un dibattito, già monco, dai banchi dell’assise civica i consiglieri tirassero acqua al proprio mulino politico. I dem, che hanno voluto la seduta monotematica, sono tornati sulla proposta arrivata da Sicindustria Caltanissetta per la costituzione di un ente portuale, al cui interno concentrare soggetti pubblici e privati. Il consigliere Alessandra Ascia ha inoltre cercato di evitare che la vicenda venisse imputata solo al suo partito. In generale, si è registrato un clima politico di forte sfavore verso il governo regionale e quella parte politica che, fino a poche settimane fa, ha spiegato che il progetto si sarebbe potuto chiudere a breve. “L’interlocuzione di oggi è solo con i tecnici – ha detto l’esponente di “Avanti Gela” Gabriele Pellegrino – ma il problema è politico. Siamo stati defraudati e mi vergogno di fare parte del centrodestra che ha forti responsabilità. Bisogna fare i nomi e mi riferisco all’assessore Marco Falcone”. Anche due consiglieri molto vicini al sindaco Greco, gli esponenti di “Un’Altra Gela” Romina Morselli e Giuseppe Morselli, hanno lamentato l’assenza del governo regionale e scelte che ritengono lesive degli interessi del territorio. Il presidente della commissione sviluppo economico Rosario Faraci ha ripercorso un perimetro storico, che come ricordato anche dal consigliere dem Alessandra Ascia, partì già negli anni ’90, con un protocollo da 30 miliardi delle vecchie lire. “Le riprogrammazioni si sono susseguite negli anni – ha spiegato – ma ora la Regione deve spiegare cosa voglia fare con questo progetto”. Dai banchi di centrodestra, il consigliere di Fratelli d’Italia Sandra Bennici ha lamentato l’assenza della politica regionale, nonostante il suo partito di riferimento sia nel governo Musumeci, ma ha attribuito non poche responsabilità alla giunta Greco, fino a chiederne l’azzeramento oppure le dimissioni del sindaco. Il capogruppo di “Avanti Gela” Salvatore Scerra ha parlato di una città che viene trattata non come la “sesta della Sicilia ma come una delle ultime. “Davanti a quanto spiegato dai tecnici – ha aggiunto – non si può certo dire che il sindaco e l’assessore Ivan Liardi abbiano fatto un buon lavoro”. Rosario Trainito, a sua volta consigliere del gruppo del sindaco, ha invece chiesto di evitare “il populismo”, ricordando a Bennici che Fratelli d’Italia fa parte del governo regionale. “Sul progetto è stata posta una pietra tombale – è intervenuto amaro Vincenzo Casciana di “Libera-mente” – i miei timori si stanno concretizzando. Questa città è servita solo come contenitore di voti per chi si è fatto la campagna elettorale sul porto. Ora, però, dobbiamo essere pronti ad azioni forti”.
Il capogruppo di “Una Buona Idea” Davide Sincero ha invece sostenuto che per monitorare nel migliore dei modi la procedura, sarebbe necessaria la nomina del sindaco Lucio Greco a commissario straordinario del progetto darsena. I pesanti attacchi al governo regionale, come da copione, non potevano che scatenare la reazione di chi ne fa parte. Il capogruppo di Forza Italia Luigi Di Dio, in maniera piuttosto vigorosa, ha battuto su quanto fatto fino ad oggi e sulle responsabilità del centrosinistra e del Pd, che invece ha firmato la richiesta di convocazione della seduta. Secondo l’azzurro, i tecnici palermitani arrivati in aula consiliare avrebbero confermato che l’opera verrà finanziata e realizzata. L’altro forzista Carlo Romano ha invece chiesto se a Palermo ci sia veramente la consapevolezza di un eventuale ruolo strategico della città e delle infrastrutture programmate. “Quanto dichiarato dai tecnici – ha spiegato il consigliere Udc Salvatore Incardona – smaschera chi voleva farsi la campagna elettorale sul porto che non si farà. Se non sbaglio, in pochi mesi in città arrivarono l’allora ministro Danilo Toninelli del Movimento cinque stelle e quello dem Giuseppe Provenzano. Cosa hanno fatto per accelerare sul progetto del porto?”. Alla convocazione del presidente Salvatore Sammito hanno risposto i sindacati. “Ho molta più fiducia nei tecnici piuttosto che nella politica – ha detto il segretario confederale della Cgil Ignazio Giudice – la politica ha la fissazione della campagna elettorale. Per questa ragione, con l’obiettivo di avere riscontri certi, dovrebbe avviarsi un tavolo permanente solo con i tecnici”. Il futuro di questo maxi progetto, anche se ad oggi non sono stati neanche effettuati gli interventi di base, pesa sugli equilibri interni alla giunta Greco. Il sindaco ha guardato anche al passato. “Non capisco perché alla Regione, come hanno confermato almeno due dei tecnici intervenuti, ci sia ancora il dubbio sull’effettiva volontà della città di avere la darsena – ha spiegato – forse, in passato qualcuno ha fatto maturare questa idea? Noi stiamo lavorando per arrivare ad avere il nuovo porto. Siamo spesso a Palermo e devo dire che alla Regione mancavano veri e propri progetti. Qualcosa ha iniziato a muoversi solo dopo l’ispezione in Comune. Ho il sospetto che chi ci ha preceduti magari non andasse a Palermo o forse non sapesse neanche dell’esistenza del provveditorato delle opere pubbliche”. Il documento finale, politicamente “neutro” (così da mettere d’accordo tutti), chiama in causa direttamente il presidente Nello Musumeci, in attesa di una sua eventuale partecipazione all’assise civica. Secondo quanto spiegato dai tre funzionari intervenuti, il governatore avrebbe più volte chiesto di andare avanti sul progetto, anche se l’ingegnere Manlio Munafò ha comunque chiarito di non poter quantificare i tempi necessari per la conclusione delle verifiche ancora da effettua
“THE END “, per il resto tutti colpevoli
politici del passato , e attuali
non chiedeteci alle regionali il voto
non siete più credibili GELA non vi crede più