Porto, accordo da rivedere: Greco, “nell’ultima bozza c’erano ancora 12 milioni in capo al Comune”

 
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Greco e l'assessore regionale Aricò durante un tavolo sul porto rifugio

Gela. L’accordo attuativo per i lavori del porto rifugio va rivisto, ancora una volta. Per questo motivo, il governo regionale del presidente Renato Schifani ha revocato l’apprezzamento al progetto, rilasciato invece lo scorso agosto. L’intesa formalizzata tra le parti sembrava ad un passo. A settembre, la firma slittò. L’attesa era per il mese successivo ma ci sono state sviste degli uffici palermitani. “Nell’ultima bozza dell’accordo che abbiamo ricevuto – dice il sindaco Lucio Greco che sta seguendo l’intero iter – era nuovamente riportata una somma di dodici milioni in carico al Comune mentre invece l’impegno del nostro ente è per i quasi sei milioni. Il resto, come concordato, spetta all’Autorità portuale. L’abbiamo fatto notare e quindi si è posta la necessità di rivedere l’accordo, sulla base delle cifre che erano state già decise. Non possiamo penalizzare la città. Dobbiamo difenderci con i denti per arrivare ai lavori del porto”.

Sulla base delle stime complessive indicate dall’Autorità portuale della Sicilia occidentale, che adesso ha la competenza piena sui siti locali, i lavori per la struttura potrebbero arrivare ad impegnare somme non inferiori ai trentotto milioni di euro. Sono principalmente i costi dello smaltimento delle sabbie ad incidere, qualora risultassero contaminate in percentuali elevate. “Ci sono poi pretese che la protezione civile regionale vanta rispetto proprio alle caratterizzazioni”, aggiunge il sindaco. Adesso, si dovrà tentare di concludere definitivamente una “storia infinita”, con l’accordo finale. I quasi sei milioni previsti per il Comune sono il risultato dell’intesa con Eni.

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