Gela. Una presunta truffa ai danni della società agrigentina Sap che, per alcuni anni, ha gestito in città il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. In due sono finiti a processo davanti al giudice Manuela Matta, compreso un ex dipendente dell’azienda.
I buoni aziendali per il gasolio. Stando alle accuse mosse dai magistrati dalla procura, si sarebbero riforniti di gasolio utilizzando buoni aziendali. In sostanza, il carburante rilasciato dalla stazione di servizio convenzionata con la Sap avrebbe raggiunto quantitativi superiori rispetto agli effettivi consumi dei mezzi utilizzati durante la raccolta. I due imputati, attraverso quei buoni, avrebbero portato via il gasolio per esigenze personali. Nel corso dell’udienza, a rispondere alle domande del pubblico ministero Tiziana Di Pietro, è stato uno dei carabinieri che si occupò di avviare le indagini oltre ad un operaio della stazione di servizio utilizzata come punto di rifornimento dei mezzi per la raccolta dei rifiuti.
“Più gasolio per lo sciopero”. I due legali di fiducia degli imputati, gli avvocati Salvo Macrì e Franco Vinciguerra, hanno concentrato le loro domande intorno alla frequenza dei rifornimenti di carburante. “Si presentava come responsabile della Sap – ha spiegato in aula l’operaio della stazione di servizio riferendosi ad uno degli imputati – e ci informava che i rifornimenti dovevano essere effettuati solo in sua presenza. In qualche occasione, a bordo di un furgoncino, arrivava un giovane. I buoni venivano firmati sempre dalle stesse persone. Le quantità ulteriori venivano giustificate facendo riferimento ad uno sciopero che si sarebbe dovuto tenere nelle settimane successive”. Intanto, nuovi testimoni verranno sentiti nel corso della prossima udienza.