Gela. Da alcune settimane, anche davanti agli uffici amministrativi Eni, stanno cercando di capire quale futuro li attenda. Dieci lavoratori della Rendelin, infatti, non riescono più a varcare i cancelli della fabbrica di contrada Piana del Signore.
Al loro posto, invece, li hanno superati cinque colleghi che l’azienda ragusana Ekso ha fatto giungere direttamente da altri cantieri. I dirigenti napoletani della Rendelin hanno perso il contratto che gli garantiva i servizi di bonifica e pulizia industriale: al loro posto, sono subentrati quelli, appunto, della Ekso. I dieci operai, così, da circa tre mesi, sono senza lavoro. “Qualcuno – dicono davanti all’ingresso dello stabilimento Eni – dovrebbe spiegarci cosa sta succedendo. Siamo ancora in attesa di essere posti in mobilità dagli imprenditori della Rendelin e, casualmente, veniamo a sapere che la società che ne ha preso il posto in fabbrica ha già avviato i servizi con cinque operai provenienti dall’esterno. Ma questa è legalità? Dopo anni di lavoro all’interno di questo sito industriale dovremmo accettare soprusi simili?”. Neanche i segretari del settore metalmeccanico, Orazio Gauci, Angelo Sardella e Nicola Calabrese sarebbero stati avvisati dell’ingresso in fabbrica dei cinque lavoratori fatti arrivare dai dirigenti Ekso. Per questa ragione, hanno già avviato i primi contatti anche con funzionari della prefettura di Caltanissetta. Intanto, i dieci operai della Rendelin non escludono azioni eclatanti pur di ottenere chiarezza.