Polveriera Eni, protesta dell'indotto e diretto verso lo sciopero: "L'azienda ci prende in giro!"

Gela. Tensione altissima tra i dipendenti della raffineria Eni di contrada Piana del Signore e di tutte le altre aziende del gruppo presenti in città. L’arrivo degli operai dell’indotto. Una prova...

A cura di Redazione Redazione
29 dicembre 2015 14:15
Polveriera Eni, protesta dell'indotto e diretto verso lo sciopero: "L'azienda ci prende in giro!" -
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Gela. Tensione altissima tra i dipendenti della raffineria Eni di contrada Piana del Signore e di tutte le altre aziende del gruppo presenti in città.

L’arrivo degli operai dell’indotto. Una prova si è avuta nel corso del consiglio delle rsu convocato dai segretari provinciali di Filctem, Femca e Uiltec. Una riunione fissata all’indomani dell’annuncio di nuovi trasferimenti tra i dipendenti del diretto di raffineria. Questa volta, però, all’interno della sala sindacale scelta per il confronto è arrivata anche una delegazione di operai dell’indotto, molti dei quali con i provvedimenti di licenziamento già in mano. Volevano chiarezza soprattutto dai segretari Gaetano Catania, Francesco Emiliani e Maurizio Castania. Dopo un acceso confronto, con l’arrivo di una volante della polizia, gli operai dell’indotto hanno scelto di allontanarsi.chimici-segretari.jpg

Si va verso lo sciopero. Intanto, da quanto emerge proprio dal consiglio delle rsu, l’ipotesi dello sciopero anche nel diretto Eni appare la più immediata. “L’azienda – hanno detto alcuni lavoratori intervenuti – continua a prenderci in giro. Da oltre un anno si parla di green refinery ma è un progetto che non si regge in piedi. L’azienda sta progressivamente riducendo il personale in città. Come si fa a parlare di green refinery quando negli allegati che ci hanno fornito il numero di operatori da destinare a quegli impianti è ridotto al minimo?”.

“L’azienda non vuole trattare”. Lavoratori, rsu e segretari sindacali non nascondono il timore di un progressivo disimpegno di Eni da Gela. “All’interno della raffineria – hanno detto altri rsu intervenuti – ci sono impianti obsoleti e linee che andrebbero sottoposte a manutenzione costante. Invece, cosa fa l’azienda? Preferisce risparmiare e pensare ai trasferimenti”. I segretari presenti all’incontro sono stati piuttosto chiari. “Noi abbiamo fatto sforzi enormi per andare incontro all’azienda – hanno ribadito – e per tutta risposta, i manager non vogliono assolutamente decedere dai numeri presentati e dal progetto che ci è stato esposto in più occasioni”. Ovvero, in città dovrebbero rimanere solo 400 operatori. Un numero che, allo stato attuale, sembra addirittura messo in discussione. “Il 2016 sarà un anno terribile – hanno ribadito i rappresentanti sindacali – stiamo pagando una serie di errori commessi nel passato. Dobbiamo capire anche noi stessi cosa dobbiamo chiedere ad Eni”. Ad alzare il polverone, non sono soltanto i lavoratori dell’indotto ma contestazioni forti arrivano anche dagli attuali trasferisti che denunciano demansionamenti e il mancato rispetto degli accordi accettati. Una polveriera che, a questo punto, potrebbe aggiungersi a quella dell’indotto. “Dobbiamo capire una cosa – ha voluto precisare il segretario provinciale della Femca Cisl Francesco Emiliani – non possiamo accendere una guerra tra diretto e indotto. Se non siamo compatti, il caso Gela verrà relegato tra quelli minori e tutto sarà inutile”.

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