Gela. Logica spartitoria, progetto stravolto, assunzioni non previste e la costituzione di una agenzia di cui non c’è traccia. Le associazioni contro i comuni che hanno sottoscritto il progetto Gac, gruppo di azione costiera.
Il bando regionale è scaduto il 25 marzo scorso e nel progetto presentato mancano le firme del gruppo di azione solidale “Ginestra Bianca”, Legambiente, Associazione Macchitella e Intesa Civica Gela. E sono proprio le associazioni che hanno contestato il progetto presentato dai comuni, con Gela capofila. Altro che partecipazione civica e democratica. In una lunga lettera spiegano le ragioni della loro posizione. “Benché in minoranza, con il 20 per cento di capitale sociale, mentre l’80 per cento appartiene alla componente primaria privata – i Pescatori – e alla Componente Secondaria Privata – associazioni socioeconomiche, ambientali e culturali del territorio – i sindaci dei comuni di Gela, Licata, Lampedusa e Butera hanno voluto fare prevalere la solita logica spartitoria, infischiandosene della sorte del progetto e della sua qualità ed in definitiva della partecipazione alla gara”.
“Il comportamento del comune di Gela, in qualità di Comune capofila – sostengono le associazioni – del costituendo partenariato del GAC, e del Responsabile Unico del Procedimento (RUP) designato, è stato a dir poco scandaloso per arroganza, impreparazione, ignoranza delle procedure e del dispositivo del bando”.
Tutto è nato dopo l’ultimo incontro al Comune. “A tre giorni dalla scadenza della proroga, ai tecnici esperti delle associazioni si era presenta un quadro desolante: Non c’era traccia della composizione del Partenariato; Non c’era ancora il PSL (Piano di Sviluppo Locale). La bozza del regolamento redatta dal RUP prevedeva assunzioni che non si sarebbero mai potute verificare, posti da consulente e altre amenità. Una maxi struttura, non coerente per un GAC, ma per una “Agenzia” non prevista dal bando. Nessuna regola per la designazione dell’organo direttivo, delle due figure tecniche del GAC e del minimo di struttura necessaria al suo funzionamento. Non era stato certificato con Verbali il percorso partecipativo seguito per la definizione della compagine e delle quote associative dei tre componenti il partenariato; nessuna valutazione sui requisiti di ammissibilità delle associazioni era stata effettuata”.
C’erano solo le idee progetto pervenute all’Ufficio Europa, delle quali nessuno aveva valutato la coerenza e l’ammissibilità secondo il bando, creando forti dubbi sulle strategie da indicare.
Tutte cose previste, assolutamente indispensabili per partecipare al bando di gara, e che con una griglia di punteggio allegata al bando, avrebbero determinato in maniera certa e trasparente il punteggio finale assegnato dalla Regione al progetto GAC presentato.
Gli esperti delle associazioni si sono messi al lavoro, verificando la coerenza del poco prodotto dall’ufficio preposto dal comune di Gela e di completare l’intero progetto. Poi la sorpresa. “Quando, sabato sera, compaiono le bozze dei verbali di attestazione del percorso del progetto, tutti non firmati, ci siamo accorti che le scelte sul futuro funzionamento del GAC erano state fatte da “alcuni” all’insaputa delle Associazioni, facendo venire meno il rapporto di fiducia nel Partenariato”. Loro però a quella riunione non avevano mai partecipato.
Da qui la decisione di non firmare l’accordo. Le associazioni temono che si possano perdere i fondi europei per la piccola marineria e il territorio. La vicenda è destinata ancora a far discutere.