Gela. La campagna elettorale in pieno svolgimento qualche priorità imminente la sta in parte oscurando. Per un municipio finito lo scorso anno in dissesto, è essenziale proseguire il percorso, mai semplice, dei finanziamenti e dei progetti. In questi mesi, una delle parole chiavi ha portato a “Qualità abitare”, con il finanziamento complessivo da trenta milioni di euro che serve a coprire diversi progetti, compreso quello per la riqualificazione dell’Orto Pasqualello. C’è inoltre tutta la nuova programmazione 2021-2027 da sostenere e monitorare. L’ente municipale è nell’Unione dei Comuni, insieme a Niscemi e Butera. I primi passi non sono stati molto spediti principalmente per carenza di personale. Si è insediato il consiglio dell’Unione che da poco si è trovato davanti all’esigenza di eleggere il nuovo presidente: al consigliere gelese Carlo Romano è subentrato quello buterese Angelo Di Menza. Nei prossimi mesi, l’innesto forse decisivo sarà di dodici professionisti, da selezionare in una procedura varata dall’Agenzia per la coesione. La richiesta dell’Unione è stata integralmente accolta. Lo stesso vale per il Comune. Ci saranno sei innesti per andare incontro ad una struttura dei progetti e dei programmi Pnrr che necessita di rinforzi. I dossier da seguire sono molteplici. “Abbiamo potuto chiedere sei figure perché l’istanza va parametrata ai numeri del Comune e a quelli del fabbisogno – sottolinea il dirigente Antonino Collura che ha seguito l’iter anche per l’Unione dei Comuni – sarà bandito un concorso generale per circa tremila figure professionali e poi saranno indirizzate agli enti che ne hanno fatto richiesta”. Per l’ente comunale, avere professionisti che si possano occupare interamente dei progetti e dei programmi di finanziamento è uno dei punti essenziali, anche se chiaramente non saranno del tutto risolutivi.
La carenza di personale in municipio è enorme e il sottodimensionamento dovrà essere una delle prime voci di riflessione per la prossima amministrazione. Perdere il treno della nuova programmazione o dei fondi per le città medie, che nel complesso possono assicurare oltre ottanta milioni di euro, peserebbe ancora di più sugli equilibri comunali, non dando copertura ad opere pubbliche indispensabili.