Gela. Per i pm dell’antimafia di Caltanissetta e per i carabinieri, che ritrovarono pistole, mitra e fucili, quello nelle campagne tra Butera e Gela era un punto strategico per le armi dei clan di mafia. La santabarbara venne individuata diversi anni fa, nei pressi di una grotta di contrada Fiume di Mallo. Davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, ne risponde Rocco Felice, che secondo le accuse avrebbe custodito le armi, nell’interesse degli affiliati riesini. L’imputato è legato da rapporti familiari ai Toscano di Riesi. Di quel deposito delle armi dei clan avrebbe parlato Giuseppe Toscano, coinvolto nell’inchiesta sull’omicidio di Michele Fantauzza, diventato collaboratore di giustizia. In video-collegamento, è stato sentito il figlio, Michele Toscano, che per un certo periodo visse a Butera. Il testimone ha risposto alle domande arrivate dai banchi della Dda di Caltanissetta e da quelli della difesa, sostenuta dall’avvocato Rocco Guarnaccia. A ripercorrere la fase del ritrovamento, è stato uno dei vertici dei carabinieri, che si occupò dell’inchiesta.
Fu proprio l’imputato a condurre i militari in contrada Fiume di Mallo, dove erano nascoste le armi, alcune seppellite nel terreno. Due pistole furono trovate in un’area verde di un’abitazione. Per la difesa, Felice non avrebbe avuto alcun ruolo né avrebbe mai disposto materialmente dell’arsenale posto sotto sequestro dai carabinieri.