Gela. Il blitz in un ovile di contrada Piana del Signore risale allo scorso anno. I carabinieri trovarono due pistole, un fucile e diverse munizioni. Le armi risultarono tutte con matricola abrasa. Arrivò l’arresto per l’allevatore Ignazio Di Pietro, che a gennaio è stato condannato a tre anni e due mesi di detenzione. Insieme a lui, venne fermato anche un cugino, poi scagionato. Il legale di difesa, l’avvocato Francesco Enia, ha impugnato il verdetto emesso dal gup, al termine del giudizio abbreviato. A settembre, il caso di Di Pietro verrà valutato dai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta. La difesa, anche in primo grado, ha sostenuto che le armi vennero trovate in un casolare vicino, non di proprietà dell’imputato.
Non ci sarebbero elementi certi quindi per collegarlo alle armi e alle munizioni. Nel suo ovile, invece, vennero trovate altre munizioni e un manico d’arma. Elementi che hanno indotto la difesa a proporre appello.