TORINO (ITALPRESS) – “Quando facevo il calciatore, avevo un tipo di gioco che mi permetteva di decidere certe situazioni in campo. Adesso devo farlo fuori dal rettangolo verde e di sicuro c’è più stress in panchina che in campo, perchè prima decidevo io cosa fare con la palla mentre adesso posso solo dirigere, sono gli altri che giocano”. Andrea Pirlo si sta piano piano calando in questa sua nuova veste. Una carriera al top da centrocampista, adesso si ritrova a fare l’allenatore, una scelta che fino a qualche anno fa non avrebbe immaginato di fare, “poi ho visto che la passione cresceva di giorno in giorno e il passo è stato automatico”, racconta in un’intervista per il magazine della Uefa. E per la sua prima esperienza subito una grande sfida: inizialmente ingaggiato per guidare l’Under 23 in serie C, nel giro di una settimana Pirlo si è trovato catapultato sulla panchina della prima squadra della Juventus, ritrovando ai suoi ordini calciatori come Buffon, Bonucci o Chiellini, di cui era stato compagno di squadra in Nazionale e in bianconero. “Li ho trovati tutti disponibili. Magari per loro non è stato facile vedermi all’inizio come allenatore ma dopo pochissime ore hanno capito il mio ruolo ed è stato facile cambiare atteggiamento”. E poi c’è Cristiano Ronaldo. “Sono contento di avere il simbolo del calcio mondiale, vederlo allenare tutti i giorni e giocare fa piacere a me e tutta la squadra. Uno che a 35 anni lavora come un ragazzino e ha ancora la stessa passione è un esempio per tutti”. Come lo è Pep Guardiola. “Ha dimostrato e dimostra ancora di essere il migliore o uno dei migliori. Ha iniziato con le giovanili del Barcellona per poi passare alla prima squadra: per chi è giovane e vuole proporre un calcio offensivo, è un modello da seguire”. (ITALPRESS).