Gela. Accertati i fatti che ci spingono ad approfondire questi avvenimenti, che definiamo epistemologici,
vogliamo cominciar a spiegare quando l’industria nel meridione d’Italia fosse avanti rispetto agli stati del nord.
Il numero dei lavoratori impiegati a vario titolo nelle industrie del sud superavano il 1 milione e 700 mila, superiore a tutti quelli che lavoravano in tutti gli altri piccoli stati Italiani del nord, compresa la Sardegna. Di Napoli, capitale del Regno delle Due Sicilie, né restò ammaliato nel trecento il grande Francesco Petrarca che ebbe a scrivere: fortunata e invidiabile Napoli, augusta reggia della cultura, perché voleva racchiudere tutta la storia di una terra favorita e invidiata come culla della cultura e dimora di conoscenza.
Lo stesso Curzio Malaparte, il pur discusso scrittore fascista, nel romanzo “La pelle” ne esaltò l’immortalità dell’identità: “che cosa sperate di trovare a Londra, a Parigi, a Vienna? Vi trovate Napoli. E’ il destino dell’Europa di diventare Napoli…”.
Napoli è la più misteriosa città d’Europa, è la sola città del mondo antico che non sia perita come Ilio, come Ninive, come Babilonia. E’ la sola città del mondo che non è affondata nell’immane naufragio della civiltà antica.
Napoli è una Pompei che non è stata mai sepolta. Non è una città: è un mondo. Il mondo antico, precristiano, rimasto intatto alla superficie del mondo moderno.
Napoli è l’altra Europa. La stessa Elsa Morante, la glorificò con questa frase: “Napoli. La città più civile del mondo . La vera regina delle città, la più nobile. La sola vera metropoli italiana. Napoli, nel suo abbagliante settecento, dona all’Europa l’archeologia, la musica, l’opera, l’economia e molte altre cose, senza mai cedere alle mode parigine. Questa era la Napoli, capitale del Regno delle Due Sicilia, fino al 1860 momento in cui fu invasa e colonizzata dai piemontesi, declassata a semplice provincia della Campania, sommersa dai rifiuti tossici delle fabbriche del nord e privata da tutte le sue eccellenze quali: scuole, università e industrie. Ridotta in miseria come tutto il meridione, costretto alla emigrazione in massa verso tutti gli stati dell’Europa, dell’America e dell’Australia.
Il San Carlo perde i suo primato mondiale, perché i lombardi costruiscono la Scala di Milano e la famosa Reggia di Caserta viene letteralmente abbandonata a se stessa: Taranto e Gioia Tauro, nati come porti principale del mediterraneo, oggi sono in fase di smantellamento.
Il primo aliscafo che nel 1956 diffuse nel mondo l’immagine dello stretto fu costruito dalla “Redriguez Cantieri Navali” di Messina. E gli stessi Cantieri in una gara internazionale hanno battuto una concorrenza agguerrita per la vendita di cinque catamarani all’Oman. La regione Sicilia ha fatto risparmiare nel 2011 energia elettrica per 71 milioni di kwh, grazie allo smaltimento di rifiuti elettrici ed elettronici, seconda in Italia dopo la Lombardia.
La città di Modica, al centro della siciliana Val di Noto è fra i maggiori centri di produzione nazionale del “nettare bruno degli dei”, cioè la cioccolata.
Portato in Sicilia dagli spagnoli, che avevano appreso l’arte della lavorazione dagli Atzechi. Questi piccoli esempi, per dimostrar che nonostante la colonizzazione ancora in essere, il meridione ha saputo mettersi in mostra con i suoi mezzi limitatissimi e industrializzarsi senza il minimo aiuto dello stato Italiano.
Perché alla fine della seconda guerra mondiale gli aiuti che sono arrivati in Italia, per il piano Marshall, si sono fermati solo ed esclusivamente nel nord dove portarono allo sviluppo delle piccole e medie imprese, in particolare nel Veneto.
In Europa molti stati chedono l’autonomia e forse questa stessa Europa invogliata al rispetto dei confini che rispettano la storia, permetterà alla Scozia in un futuro non troppo lontano un pizzico di consenso all’autonomia o alla Catalogna un piccolo impulso, per recidere quel sottilissimo filo che ancora la lega alla Spagna.
Alla Corsica, che nella votazione del 2015 hanno vinto gli autonomisti sicuramente qualcosa verrà concessa. In Italia il partito della lega nord ha più volte sollecitato la Secessione. Ma si è visto che chiedevano sempre più soldi per il nord. Al sud i sentimenti che emergono sono minoritari, ma se si dovesse giungere a quel punto, non basterebbe una montagna di soldi.
Si chiederebbero di completare le strade che sono solo nel nord, le ferrovie ad alta velocità, programmati solo nel settentrione (e per dispetto i programmi televisivi che parlano di viaggiare informati si fermano a Napoli), perché un nordista per percorrere 700 chilometri deve impiegare con il treno due ore e mezzo mentre un meridionale per percorrere il tratto Ragusa – Trapani di 300 chilometri, deve impiegarne 14 ore?
Questi problemi sono sconosciuti ai nostri rappresentanti governativi a livello Regionale e a livello Nazionale.
Abbiamo Rosario Crocetta e Sergio Mattarella che hanno fatto il famoso test per ignorare la questione meridionale. Infatti, i nostri giovani, che sono interessati allo studio antimeridionale, sono costretti ad emigrare al nord progredito e colto.