Pestato per un sacchetto negato, vittima un esercente cinese: una testimone, “colpito con un pugno e trascinato fuori”

 
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Gela. Un acceso diverbio, probabilmente per un sacchetto

in più chiesto dalle clienti ma negato dall’esercente e, il giorno successivo, una presunta spedizione punitiva ai suoi danni.

L’aggressione. Vittima il titolare del negozio, di nazionalità cinese, da anni residente in città. A processo, ci sono due uomini che avrebbero fatto “giustizia” per quanto accaduto solo il giorno precedente alle rispettive mogli. “Probabilmente – ha detto una delle testimoni sentite in aula davanti al giudice Ersilia Guzzetta – non ha compreso bene quello che veniva chiesto dalle clienti. Il commerciante non comprende bene la lingua italiana. Credo che, durante la discussione, abbia apostrofato le due donne con l’unica parolaccia che conosce. Ricordo che, il giorno successivo, al negozio si presentarono due uomini. Uno di loro colpì il titolare con un pugno. Poi, venne trascinato fuori e picchiato”.

La testimone, che gestisce un negozio a poca distanza da quello della vittima dell’aggressione, ha risposto alle domande del pubblico ministero Gesualda Perspicace e a quelle dei legali di difesa, gli avvocati Giacomo Ventura, Salvo Macrì e Maria Elena Ventura. La testimone, infatti, si sarebbe trovata nei pressi del negozio durante i fatti e avrebbe parlato con il commerciante aggredito. Per i difensori, non è da escludere che l’esercente sia stato colpito proprio a seguito dell’offesa rivolta alle due clienti. In aula, verrà sentito proprio l’uomo colpito, assistito da un interprete.

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