Gela. Il personale interno si è dimezzato, i profili professionali inferiori (B, ovvero gli esecutori) “costretti” a svolgere mansioni superiori, sostituendosi nei fatti sia agli istruttori ed in alcuni casi ai funzionari. Eppure non c’è alcuna volontà di riconoscere giuridicamente il reale lavoro svolto da chi è rimasto in servizio.
Di questo si è anche parlato all’assemblea dei lavoratori indetta dalla UIL FPL del Comune di Gela.
Dopo i ringraziamenti per gli ottimi risultati avuti nelle recenti elezioni RSU, si è affrontato il problema della grave carenza di personale che porta ad un elevato carico di lavoro il personale ed in particolare al fatto che l’Amministrazione comunale nella delibera relativa al fabbisogno del personale, triennio 2022/2024, non ha previsto la possibilità delle progressioni verticali, impedendo di fatto al personale interno di poter avanzare di carriera riconoscendo le professionalità acquisite.
“E’ doveroso che al personale sia data la possibilità di progredire con il passaggio alla categoria superiore – ha detto il rappresentante provinciale Lino Salanitro- se ne sussistono le condizioni ma ritengo che vi siano tutte”.
Aumenta la distanza tra il Palazzo e i lavoratori. L’ultimo piano del fabbisogno del personale approvato dall’Amministrazione Comunale non prevede le “progressioni di carriera” confermando la poca attenzione dell’attuale governo della Città nei confronti dei lavoratori.
“Esprimiamo indignazione per questo atteggiamento dell’amministrazione che vuole portare i lavoratori a perdere anni di valorizzazione professionale; riteniamo ci sia una responsabilità oggettiva dell’Amministrazione rispetto alla scelta delle procedure di reclutamento del personale escludendo di fatto la possibilità di avanzare di carriera” lo affermano i rappresentanti della UIL del Comune di Gela “abbiamo chiesto ed ottenuto un incontro con il Sindaco ed in quella sede porteremo le nostre dimostranze fori del mandato ricevuto oggi dall’assemblea dei lavoratori”
La UIL sta valutando l’opportunità di proclamare lo stato di agitazione non escludendo anche lo sciopero.