Gela. Sarà un tecnico ad occuparsi di trascrivere le intercettazioni che sarebbero alla base dell’indagine, al centro della quale sono finiti in sei, adesso tutti a processo.
In aul sentito un operatore Eni. Si tratta di operatori Eni ma anche di responsabili di alcune aziende dell’indotto. Per i magistrati, infatti, ci sarebbe stato un sistema di richiesta di denaro in cambio del rilascio di permessi di lavoro, necessari ad operare tra gli impianti della raffineria di contrada Piana del Signore. I fatti risalgono a sei anni fa: alcuni operatori finiti a giudizio hanno già subito sanzioni disciplinari dal gruppo Eni mentre altri hanno avviato contenziosi civili. Intanto, davanti al giudice Miriam D’Amore, è stato sentito un tecnico Eni che, nel periodo al centro degli approfondimenti investigativi, si occupava di coordinare i sistemi di raccolta delle comunicazioni telefoniche, interne ed esterne alla fabbrica. Gli imputati hanno sempre negato le contestazioni mosse dai magistrati della procura. Nel pool di difesa ci sono gli avvocati Antonio Gagliano, Flavio Sinatra, Fabrizio Ferrara, Rocco Guarnaccia, Raffaella Nastasi, Vincenzo Vitello e Giusy Troni. Si tornerà in aula il prossimo 28 febbraio.