Gela. “Il fatto non costituisce reato”. Con questa formula, il giudice Martina Scuderoni ha assolto l’allora direttore della filiale locale della Banca popolare di Vicenza. Era accusato di truffa. In base alle contestazioni, avrebbe indotto degli ex clienti dell’istituto di credito, poi finito in liquidazione, ad acquistare azioni della banca, senza informarli dei rischi connessi. La flessione netta dell’istituto determinò una perdita proprio per i clienti, che hanno deciso di costituirsi in giudizio come parti civili, assistiti dall’avvocato Rocco Guarnaccia. La difesa, rappresentata dal legale Carmelo Brentino, nel corso dell’istruttoria dibattimentale, anche attraverso l’esame testimoniale dell’ex direttore, ha insistito sul fatto che le azioni acquisite erano normali titoli, ribadendo che ci furono tutte le informazioni del caso.
Rispetto poi alla crisi di Banca popolare di Vicenza, stando alla linea difensiva non sarebbe stato possibile ipotizzare uno sviluppo di quel tipo. La procura ha portato a processo l’ex direttore, ritenendo che avesse agito pur sapendo che potevano concretizzarsi conseguenze sui clienti che intanto avevano finalizzato l’acquisto delle azioni. Conclusioni in tal senso sono state avanzate dal legale di parte civile. La difesa, infine, ha insistito sul fatto che i clienti avessero tutte le informazioni utili per valutare la scelta da effettuare.