Gela. Un lavoro più sicuro e meno precario. La Cgil, anche in città, ha avviato la fase di raccolta firme per arrivare a quattro quesiti referendari, per il prossimo anno. Questa mattina, a Macchitella, c’erano i segretari delle diverse sigle e il componente della segreteria regionale, Ignazio Giudice. I quesiti sono tutti concentrati sulla necessità di bloccare il processo di precarizzazione dei rapporti di lavoro. I sindacalisti chiedono di cancellare le norme del “Jobs act” che permettono alle aziende di non reintegrare una lavoratrice o un lavoratore licenziati in modo illegittimo qualora l’assunzione sia successiva al 2015. I quesiti referendari, inoltre, chiedono di abrogare il tetto massimo all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato nelle piccole aziende, affinché sia il giudice a determinare il giusto indennizzo senza alcun limite. La Cgil è inoltre contraria alla liberalizzazione dei contratti a termine che invece vanno limitati solo “a causali specifiche e temporanee”.
Il quarto quesito infine è finalizzato a cancellare la norma che esclude la responsabilità solidale delle aziende committenti nell’appalto e nel subappalto, in caso di infortunio o malattia professionale della lavoratrice o del lavoratore. “Il lavoro deve essere tutelato perché è un diritto costituzionale. Deve essere sicuro perché di lavoro si deve vivere e non morire. Deve essere dignitoso e perciò ben retribuito. Deve essere stabile perché la precarietà è una perdita di libertà”, fanno sapere dal sindacato.