Gela. Come anticipato da questa testata, per l’uso delle strutture comunali sarà necessario pagare una quota, che dovrà essere versata da privati, associazioni, scuole e istituti ecclesiastici che intendano organizzare manifestazioni culturali e mostre. Il pagamento sarà dovuto anche per i matrimoni civili. Una decisione, appena varata dal commissario Rosario Arena e dai suoi dirigenti, che adesso provoca la reazione di chi da anni organizza appuntamenti culturali in città. Il tariffario redatto a Palazzo di Città non piace affatto al presidente dell’associazione “Zuppardo” Andrea Cassisi. “Una follia, siamo proprio impazziti – spiega – per fare cassa, piuttosto che sostenere la cultura, la si tassa. Logica vorrebbe che accadesse tutto il contrario ed invece il commissario straordinario chiede 50 euro alle associazioni che realizzano rassegne d’arte, mostre di pittura o eventi culturali di vario genere. Arena evidentemente non si rende conto dei sacrifici, anche e soprattutto economici che le associazioni culturali devono sopportare per promuovere le iniziative culturali. Le associazioni fanno un lavoro che dovrebbe essere realizzato dall’ente, così come si fa nelle grandi città degne del nome che portano, per promuoverne la reputazione e la capacità di attrazione turistica. Invece a Gela si pensa proprio al contrario”. Cassisi critica aspramente la “tassazione” della cultura. “Il Centro culturale Zuppardo, che da vent’anni promuove il premio ‘Gorgone d’Oro’, solo per fare un esempio, annualmente spende oltre 5 mila euro per l’evento invitando nomi prestigiosi del panorama culturale e aprendo di fatto ad un territorio che chiede un momento di confronto, dibattito e crescita per guardare al futuro. “Ad onor del vero, negli ultimi tre anni abbiamo anche sborsato un contributo per l’affitto dei locali, il Cineteatro Antidoto a Macchitella, ma lo abbiamo fatto nella consapevolezza di ospitare attori, arcivescovi, poeti, giornalisti di fama nazionale in un ambiente confortevole, pulito, climatizzato, dotato di tutte le apparecchiature necessarie allo svolgimento della serata e senza ulteriori costi aggiuntivi – continua – adesso Arena vuole che si paghi pure il noleggio del video proiettore. Certamente non conosce in che condizioni si trovano i locali del Comune predisposti a ospitare iniziative culturali. Altro che sale di rappresentanza! Altro che decoro, bellezza, comodità”.
Si dovrà pagare per usare l’ex chiesa di San Giovanni e per quella di San Biagio, per la pinacoteca comunale, Palazzo Ducale e la sala congressi di Macchitella. “Cominciamo dall’ex chiesetta San Giovanni Battista. Lì non c’è un impianto di climatizzazione e c’è tanto caldo in estate e molto freddo in inverno; il numero di poltrone non è sufficiente ad ospitare un gran numero di partecipanti che rimarrebbero in piedi se gli organizzatori, a spese proprie, non provvedessero al trasporto da un locale comunale ad un altro. La sala congressi di Macchitella, che ha le sembianze di un garage, né più nè meno, è ammorbata da una puzza vomitevole che esce dai bagni a piano terra e che impregna entrambi i piani. Per non parlare delle condizioni di igiene, pulizia e lo stato delle pareti. Condizioni che peraltro abbiamo denunciato più volte – spiega ancora Cassisi – all’ufficio manutenzione del Comune che ovviamente ha fatto orecchio da mercante. Andiamo all’ex granaio di Palazzo Ducale, la zona esterna è sempre all’oscuro con erbacce e vegetazione spontanea che invade ogni angolo. La sala interna di questo palazzo ha un’illuminazione inefficiente, tante lampade sono fulminate e nessuno mai ha provveduto a sostituirle, e le finestre, dopo l’ultimo assurdo, sprovveduto restauro che ne ha deturpato l’ambiente, sono state murate. Umidità e muffa la fanno da padrona. Poi c’è l’ex chiesetta San Biagio attualmente immersa come in una foresta, per di più non dotata di servizi igienici scarsamente illuminata all’esterno”. Condizioni al limite che non hanno impedito ai tecnici del municipio di suggerire il nuovo tariffario. “Piuttosto che alle tariffe – conclude Cassisi – si pensi ad un regolamento che disciplini l’affidamento delle strutture alle stesse associazioni. Potrebbero prendersene cura, garantirne l’accoglienza, la manutenzione, la pulizia e solamente in quel caso avrebbe un senso logico chiedere soldi agli organizzatori di eventi. Così com’è la proposta è ingiusta, ingiustificabile. Arena ci ripensi, torni sui suoi passi. Ritirare il regolamento, almeno fino a quando non sussisteranno le condizioni di dignità di questi ambienti, rappresenterebbe una chiara approvazione al lavoro di decine, centinaia di associazioni che contrariamente potrebbero sospendere le proprie attività culturali”. In base al provvedimento, 50 euro vengono chiesti a chi volesse organizzare “mostre a carattere prettamente culturale”, 100 euro invece per “convegni, conferenze e riunioni” che salgono a 150 nel caso abbiano “carattere pubblicitario o di promozione pubblicitaria”, 150 euro per “mostre a scopo commerciale”, 50 euro per “mostre di pittura e fotografia indette da associazioni ed enti”, 150 euro costeranno inoltre i “matrimoni civili senza buffet” e 300 euro quelli “con buffet” annesso (100 euro senza buffet alla Pinacoteca comunale), 100 euro per “concerti e manifestazioni” e infine 20 euro pure per la quota forfettaria “uso proiettore”. Non solo la tariffa per ogni giorno d’uso ma anche un contributo fisso da venticinque euro a copertura della voce “rimborso spese e pulizia locali”.
Dopo tutto si sta chiedendo solo un ticket e non il pagamento. Anche se ci si sposa in chiesa si chiede una offerta per il consumo luci e altro e quindi di cosa stiamo parlando. Semmai alle ONLUS si puo’ omaggiare ma gli altri debbono dare un contributo ed altrimenti ricade tutto sulle tasche dei cittadini.