"PeR" e "Sinistra futura" sostengono il sì al referendum: "Una Sicilia di diritti"
Il sì, ritengono, permetterà di rafforzare i diritti dei lavoratori e garantire un pieno riconoscimento della cittadinanza
Gela. Il laboratorio politico “PeR” e “Sinistra futura” si schierano ufficialmente con il campo che spinge per i cinque sì ai quesiti referendari, previsti per l'8 e il 9 giugno. Lo spiegano i riferimenti regionali, Miguel Donegani e Pippo Zappulla. Il sì, ritengono, permetterà di rafforzare i diritti dei lavoratori e garantire un pieno riconoscimento della cittadinanza. “Vogliamo una Sicilia che diventi terra di lavoro, vero, dignitoso e sicuro – spiegano – una terra dove i diritti non si elemosinano ma si conquistano insieme”. Donegani e Zappulla parlano di una “Sicilia più giusta”. Quindi, sostengono il sì, insieme a tanti cittadini, esponenti politici e del mondo della cultura e delle istituzioni, ma anche giovani, sindacalisti e lavoratori, che hanno risposto a un appello pubblico. “Un sì per la reintegra sul posto di lavoro per chi viene ingiustamente licenziato nelle aziende con più di 15 dipendenti – dicono – un sì per eliminare il tetto dei sei mesi di risarcimento per i licenziamenti ingiusti nelle piccole imprese. Un sì per affermare la priorità del contratto di lavoro a tempo indeterminato e per rendere più rigide le norme in materia di contratti a tempo determinato. Un sì per riconoscere una responsabilità maggiore a chi affida un appalto anche in caso di infortuni. Un sì, infine, per dimezzare da 10 a 5 anni il periodo di residenza per ottenere la cittadinanza italiana”. I segretari invitano al voto "anche coloro che non si riconoscono in uno o più dei quesiti. Già sostenerne anche uno solo é importante per andare a votare". Donegani li analizza. "Sul primo quesito, noi di "PeR" non condividiamo chi dice come Landini o come alcuni segretari di partiti nazionali, che votando sì verrà abolito il jobs act ritornando alla piena vigenza dell'articolo 18, perché in verità si ritornerebbe alla legge "Monti-Fornero". Ma il quesito sulla sicurezza del lavoro é un voto di dignità. Noi crediamo nel voto e nella partecipazione. Rispettiamo le scelte degli altri ma proponiamo di andare a votare", conclude il segretario di "Progressisti e Rinnovatori".
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