Pennisi arcivescovo a Monreale: “lascio la mia diocesi con grande commozione”

 
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Gela. C’è gioia e commozione nel mondo cattolico per la nomina di Michele Pennisi come arcivescovo di Monreale. E’ stato il Papa  Benedetto XVI a ufficializzare ieri la nomina dopo aver accolto la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Monreale, presentata da Salvatore Di Cristina.

Pennisi, 66 anni, vescovo di Piazza Armerina dal 12 aprile 2002, è stato un riferimento per migliaia di fedeli della diocesi che hanno apprezzato il suo equilibrio e nel contempo determinazione. Pennisi è Presidente dell’Associazione dei Bibliotecari Ecclesiastici Italiani (ABEI), nonché membro del Comitato Scientifico della Fondazione Giovanni Paolo II per la dottrina sociale della Chiesa(Repubblica di San Marino).

Membro dell’Assemblea dell’Istituto Luigi Sturzo di Roma.

Presidente della Commissione storica per la Causa di beatificazione di don Luigi Sturzo è anche presidente onorario della Fondazione “Mons. Di Vincenzo” di Enna

Grand’Ufficiale dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme, oltre ad essere membro del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. In una nota il neo arcivescovo ha voluto salutare i fedeli della diocesi. “Ho accolto la scelta del Santo Padre di nominarmi Arcivescovo della Chiesa di Dio pellegrina in Monreale con comprensibile trepidazione e commozione – racconta Penniso – perché è assai grande il sacrificio che mi è stato chiesto di lasciare questa chiesa di Piazza Armerina, che ho cercato di amare con tutto me stesso e di servire per quanto ne sono capace per oltre un decennio. In questi anni sono stato sostenuto, nonostante le mie deficienze e fragilità, dalla certezza espressa nel motto del mio episcopato “charitas Christi urget nos”, che l’amore di Gesù Cristo non mi abbandona ma mi possiede e mi spinge a vivere non più per me stesso, ma per Lui che è morto e risorto per me”.
“In questi anni ci siamo conosciuti, accolti, stimati e voluti bene – scrive Pennisi – Abbiamo rivissuto insieme l’avventura dell’incontro e della sequala di Gesù Cristo, nella vita della nostra Chiesa. Conserverò per tutta la vita una gratitudine grande a tutti voi, che siete stati miei collaboratori e mi avete consentito di fare un’esperienza indimenticabile di fede e di carità pastorale.
Non è possibile ricordare in modo preciso tutti i momenti di questi dieci anni: gli incontri personali con molti  presbiteri diaconi, seminaristi e fedeli laici; le visite pastorali alle parrocchie, alle scuole, alle fabbriche,alle carceri, agli ospedali e ai malati nelle case; le visite ai nostri missionari in Perù e in Brasile; l’amministrazione delle cresime, la partecipazione alle feste patronali, i convegni diocesani ; gli incontri con i giovani e le famiglie,i catechisti e i volontari della Caritas; i membri degli Istituti fdi Vita consacrata e i ministri straordinari dell’eucaristia; le confraternite e le aggregazioni laicali; gli incontri pubblici di carità e di cultura dove ho avuto modo di incontrare le autorità civili e militari, i sindacalisti, gli uomini di cultura, gli immigrati, i poveri.
Chiedo perdono per tutti quei momenti in cui i miei limiti personali hanno reso meno limpida l’esperienza della fede e la testimonianza della carità pastorale. 
Accompagnatemi in questo momento e in futuro con la vostra preghiera. Colgo l’occasione per rinnovare il mio grazie a tutti nel vincolo di comunione che ormai definitivamente mi lega a ciascuno di voi , per i quali sono stato padre, fratello e amico”.

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