Gela. Si sta per chiudere una settimana che a Palazzo di Città ha segnato un’altra tappa della “crisi”, non risolta, aperta dal Partito Democratico. Le tre condizioni poste dai vertici dem al sindaco, al termine dell’ultimo confronto, tali sono rimaste. Risposte ufficiali dall’avvocato non ne sono arrivate, mentre l’assessore Grazia Robilatte rimane formalmente dimissionaria. Separati in casa (i dem e Greco), probabilmente non si sono mai veramente capiti e l’attesa per la decisione del Cga, sull’esito elettorale dello scorso anno, non fa altro che allungare i tempi di un matrimonio politico che inizia a stare stretto ad entrambi. La dirigenza locale dem, già da giorni, fa capire di non gradire affatto la tattica dell’attesa e del silenzio di Greco. Domani pomeriggio, il segretario cittadino Peppe Di Cristina e i suoi si vedranno per una riunione informale. Si potrebbe scegliere di accelerare il percorso verso l’addio alla giunta, che porterebbe il Pd comunque a rimanere in maggioranza, ma senza troppe garanzie politiche da mettere sul tavolo dell’avvocato. A fine mese, Di Cristina verrà ufficialmente eletto segretario provinciale del partito e in città, almeno fino al prossimo congresso locale, toccherà ad un coordinamento gestire la fase di transizione. Ad oggi, dalla stanza di Greco non sono arrivate indicazioni sulla convocazione del vertice di maggioranza, sulla cabina di regia politica e sulla rivisitazione delle deleghe. Tutti punti che i dem ritengono ineludibili. La dirigenza non ha mai abbandonato l’idea di lasciare la giunta, ritirando l’assessore Robilatte. In questa fase, i dem hanno comunque in mano risultati che ritengono strategici, dalle Zes approvate all’ecobonus, passando per i progetti sull’impiantistica dei rifiuti, voluti dal loro assessore di riferimento. Il rapporto politico privilegiato con il ministro Giuseppe Provenzano lo considerano una “clausola” di prim’ordine e sul finire dello scorso anno l’esponente di governo, proprio durante la sua visita a Palazzo di Città, si impegnò ad assicurare l’approvazione della Zes locale, cosa che è avvenuta martedì.
Il ministro potrebbe ritornare in città a luglio, per un’iniziativa organizzata dal partito locale, che però potrebbe già esser fuori dalla giunta. Greco sa di poter contare su una cerchia di fedelissimi che mal sopportano i democratici e quanto accaduto in consiglio comunale durante la discussione sulla mozione per l’ecobonus è una traccia piuttosto nitida dei messaggi che probabilmente arrivano anche dalla sua stanza. Altre attese pare che i dem non ne vogliano più collezionare e il filo politico che li tiene legati agli “arcobaleno” potrebbe spezzarsi dopo appena un anno, con buona pace di un matrimonio piuttosto forzato.
Non esiste una classe dirigente del PD capace di saper decidere;
Fuori o dentro , mi sa che giocano Robilatte (Gagliano) e di Cristina (speziale).