Gela. Portare l’agorà politica al capolinea, tutta integra, non sarà impresa semplice anche se il vicepresidente Ars Nuccio Di Paola non demorde. In serata, un nuovo vertice delle anime progressiste, civiche e moderate, potrebbe riservare più di qualche novità. Il coordinatore regionale M5s e tutti i pezzi della potenziale alleanza si rapporteranno, per la prima volta, ad una concreta rosa di nomi per il candidato a sindaco. I dem, attraverso il commissario Giuseppe Arancio, hanno annunciato di aver dato una disponibilità ma al momento valuteranno i tre nomi in corsa, quelli dell’ex parlamentare Ars Miguel Donegani, dell’ex vicesindaco Terenziano Di Stefano e del socialista Piero Lo Nigro (scelta del tavolo dei moderati). “Da iscritto al Pd, peraltro ho da poco rinnovato la mia tessera – dice l’ex segretario cittadino dem Guido Siragusa – non posso che rimettermi alle decisioni della struttura commissariale. Però, secondo me, ci sono alcuni punti che convincono poco, in questo frangente. Io penso che il Pd non possa continuare ad andare avanti nel percorso senza affrontare la questione della candidatura di Donegani. E’ un dirigente del partito. Il Pd la sostiene oppure no? Sarebbe utile comprenderlo. Chiaramente, le decisioni spettano al commissario Arancio ma devo dire che il partito ha degli organismi che possono esprimersi. Quindi, perché non consultarli, convocando un’assemblea, già richiesta dall’avvocato Caizza?”. Siragusa, prendendo atto dei nomi proposti, non sottovaluta neppure quello di Lo Nigro. “Anche questa è una candidatura di un esponente, da sempre molto vicino al nostro partito e collocato nell’area del centrosinistra”, aggiunge. “Prima di affrontare l’agorà – precisa – il partito una posizione dovrebbe prenderla su queste candidature”.
“Non voglio suggerire al commissario cosa debba fare – prosegue Siragusa – ma penso sia giusto che il Pd trovi una linea comune. Auspicavo che si potesse arrivare alle scelte con una posizione certa. Peraltro, ritengo che si sbagli a sottovalutare le primarie. Sono uno strumento che ha sempre caratterizzato il nostro partito. Chi ambisce alla candidatura a sindaco perché non dovrebbe ritenere valido lo strumento delle primarie? Se uno è forte, è forte. Potrebbe essere un errore da parte della struttura commissariale non avanzare una soluzione di questo tipo”. Infine, l’ex segretario pare piuttosto meravigliato che ci siano esponenti importanti del partito, adesso convinti che le decisioni spettino esclusivamente al commissario. “Mentre invece durante la mia segreteria non facevano altro che richiedere assemblee e riunioni”, conclude. Siragusa, da tempo, insiste sul fatto che nell’agorà il candidato a sindaco possa essere individuato passando dalla selezione interna delle primarie. Un’opzione che non ha trovato vere aperture.