“Pd cresciuto, Di Cristina non ha colpe”, Donegani: “Diritti e lavoro per prossime amministrative”

 
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Miguel Donegani

Gela. “Un partito che ritorni a fare politiche di sinistra”. L’ex parlamentare Ars Miguel Donegani, dirigente locale dem, è convinto che la strada possa essere ripresa solo se non si perderanno di vista i capisaldi che il Pd sembra invece aver smarrito. “Dobbiamo andare nei quartieri, parlare con i lavoratori, fare le battaglie per i diritti civili e sociali – spiega – questo fa un partito di sinistra. Il fronte progressista, in un campo largo, deve essere una prospettiva di riferimento. La scelta di Letta, che ha preferito Di Maio a Conte, è stata folle”. La sua disamina inevitabilmente passa da quanto accaduto alle regionali. Donegani, alle primarie del campo progressista (poi sostanzialmente depotenziato dal divorzio tra Pd e M5s) ha sostenuto una candidatura di sinistra, quella di Claudio Fava. Con la vittoria dell’esponente dem Caterina Chinnici, ha portato avanti la causa del partito. “Di Cristina non ha alcuna responsabilità – dice – ha lottato fino all’ultimo e la differenza è stata veramente di pochi voti. Il Pd alle regionali è cresciuto rispetto al 2017. Siamo passati da un totale di diecimila voti a dodicimila. Le dimissioni che Di Cristina presenterà all’assemblea provinciale gli rendono onore ma io voterò per respingerle. Poi, in fase congressuale penso che tutte le cariche vadano azzerate per ripartire con un partito che sia solido e unito. In città, tutti gli sconfitti praticamente cantano vittoria. Invece, il Pd è cresciuto e si pone il problema di come andare avanti nell’immediato. Questo accade perché il nostro è un partito dove si discute e poi si prendono decisioni. Siamo riusciti a tenere testa ai partiti che avevano il vento in poppa e con una frammentazione dovuta a più candidati locali che sicuramente non ha favorito quelli che avevano maggiori possibilità di arrivare al seggio. Il vero problema, per il Pd, è stata la mancanza di strategia”. Donegani non fa nessun processo ai vertici locali del partito e anzi ammette che si sta lavorando con l’obiettivo delle prossime amministrative. “Ci stiamo lavorando già da un po’ – dice ancora – dobbiamo essere il partito dei diritti civili, quello che sta nella comunità e si batte per il lavoro e contro le diseguaglianze. Il reddito di cittadinanza va rafforzato. E’ una misura di dignità, a maggior ragione in una periodo come questo con un caro costi che sta gravando anzitutto sui più deboli. Il nostro progetto deve essere competente e pragmatico, per il rilancio dei temi sociali e infrastrutturali di questa città. Il nostro unico interesse deve essere quello della città e dei cittadini. Vedremo di farlo con gli alleati migliori, che vorranno sposare questo modello. Se ci saranno altri progetti che possano coinvolgere il Pd, si potrà lavorare insieme”. L’esperienza di tre anni fa, che portò i democratici nella coalizione “arcobaleno” del sindaco Lucio Greco, pare invece un ricordo ormai quasi sbiadito.

“Tre anni fa sbagliammo a non presentarci con un nostro candidato a sindaco – conclude – in politica gli errori si fanno. Il progetto civico di quella coalizione è stato tradito quando un partito di centrodestra, in campagna elettorale schierato con la coalizione a guida Lega, è entrato a far parte della maggioranza e il sindaco Lucio Greco l’ha accolto, senza voler togliere niente a nessuno anche perché non è mia intenzione fare polemica. Se ci sono queste forze politiche, il progetto non è più civico. Noi abbiamo deciso di stare fuori, lasciando l’assessorato e andando all’opposizione”. Nel dopo regionali, all’interno dei dem si è aperto il dibattito e proprio il segretario provinciale Peppe Di Cristina si è messo in discussione. Si dovrà varare una nuova fase e c’è già chi pensa ad un progetto di governo della città, alternativo alla giunta Greco, anche se il traguardo tutto sembra salvo che a portata di mano.

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