Gela. Lo spettro dello scioglimento del consiglio comunale in caso di voto negativo al bilancio di previsione 2016? Assolutamente, no. I sì e i no. Alla fine, il documento finanziario è passato con sedici voti favorevoli, nove contrari e un astenuto, ovvero il presidente del consiglio Alessandra Ascia. Non è mancato il solito caos tra chi andava e chi veniva dall’aula. Strategie per alzare la posta e attacchi più o meno velati. Tra “ruffiani” della giunta e “scontenti” della stessa giunta, sono volate parole grosse. Voto favorevole da Giuseppe Ventura, Antonino Biundo e Cristian Malluzzo di Adesso Gela; Guido Siragusa e Sandra Bennici del Polo Civico; Antonio Torrenti e Maria Pingo del Megafono; Vincenzo Cascino e Anna Comandatore della Lista Musumeci; Francesca Caruso e Luigi Di Dio di Reset; Salvatore Sammito di Un’Altra Gela; gli indipendenti Carmelo Casano, Sara Cavallo e Angela Di Modica e l’esponente Udc Giovanni Panebianco. No dal gruppo del Partito Democratico con Vincenzo Cirignotta, Romina Morselli, Salvatore Gallo e Carmelo Orlando e dai grillini Vincenzo Giudice, Simone Morgana, Virginia Farruggia e Angelo Amato. Voto sfavorevole anche da Salvatore Scerra di Forza Italia.
Scontro sui numeri del bilancio. “Introiti royalties ridotti. Tagli alla Tasi. Non è stato semplice mantenere tutti i servizi essenziali”. Lo ha detto il dirigente del settore bilancio Alberto Depetro, in apertura di seduta, nell’introdurre alcune delle linee principali del bilancio di previsione arrivato in aula. “Questo è un bilancio emendato per novecentomila euro – ha spiegato Guido Siragusa del Polo Civico – in passato, abbiamo avuto fino a quindici milioni di euro di royalties incamerate ma non c’era la possibilità di emendare. Oggi, invece, con emendamenti per novecentomila euro, non possiamo dire che il consiglio sia estraneo a questo bilancio. Come si fa a dire che l’impalcatura di questo bilancio non convince quando ci sono i pareri favorevoli dei revisori, da noi votati, e dal dirigente? Si parla di debiti con l’Ato. Tutti i comuni devono saldare debiti con gli Ato ma i debiti diventano tali solo quando vengono certificati. Non si può tacciare un bilancio di irregolarità solo per coprire altri scopi”. Ha richiamato al senso di responsabilità, l’esponente di Un’Altra Gela Salvatore Sammito. “Sono stato votato dagli elettori per rappresentare i loro interessi – ha detto – come dovrei giustificare l’eventuale scioglimento di questo consiglio?”. Molti dubbi, invece, sono stati sollevati dal grillino Angelo Amato. “Quì, si fa molta politica ma i numeri non li conosce nessuno – ha detto – Ghelas e rifiuti sono capitoli irrisolti. Non è mai arrivato il rendiconto 2015. Chi lo ha visto? Questo bilancio è assolutamente irricevibile. È meglio ridare voce ai cittadini”. Carmelo Casano si è detto a favore del sì al bilancio. “I debiti Ato e Ghelas verranno indicati nel consuntivo – ha spiegato – questo mi rassicura. Il bilancio va votato per non rinunciare a servizi destinati alle fasce deboli”. L’esponente di Adesso Gela Giuseppe Ventura, dopo un vibrante botta e risposta con il capogruppo del Pd Vincenzo Cirignotta, ha chiesto ai contrari al bilancio di motivare il voto negativo secondo principi fondati. “Ci sono i revisori dei conti – ha spiegato – non si può dire no nella speranza che gli altri votino sì, mantenendogli il posto. Chi vota sì, lo fa davanti ad un bilancio modificato da noi consiglieri”. L’Indipendente Angela Di Modica ha però rimarcato la necessità di garantire a tutti la possibilità di valutare i dati del documento finanziario. “Credo ci siano state tutte le necessarie rassicurazioni – è intervenuta – però, mi chiedo se la giunta conosca veramente le concrete esigenze della città. Non si può pensare ad un bilancio, imperniato solo sui tributi”. Il consigliere del Megafono Maria Pingo ha contestato le scelte della giunta. “Su oltre quaranta emendamenti – ha detto – avete sostenuto solo sette richieste, praticamente degli stessi gruppi politici. Chi sono i ruffiani della giunta? Bisogna lavorare per la città”. Il no al bilancio così definito è stato rimarcato dal capogruppo del Pd Vincenzo Cirignotta. “Solo il consiglio comunale può intervenire sui costi de l servizio rifiuti – ha proseguito – ci sono previsioni che non sono in linea con i numeri della Tari 2014. Con i dovuti aggiustamenti, il Pd è pronto a riprendere il dialogo”. Il presidente della commissione bilancio Salvatore Scerra, dopo aver incontrato a Palermo il commissario ad acta già scelto dalla Regione, ha dato lettura di un parere emesso dalla Corte dei conti su richiesta della giunta. Lo stesso Scerra ha chiesto al sindaco di ritirare l’emendamento presentato sul capitolo rifiuti, trasferendo i circa due milioni e mezzo contestati a quello dei servizi sociali. L’assessore Fabrizio Morello, però, ha spiegato che il contenuto del parere letto in aula dal consigliere Scerra era già conosciuto dalla giunta. Il forzista ha chiesto l’intervento del sindaco, attaccando Morello. “Lei è un assessore sfiduciato – ha reagito – e si permette di criticare gli sforzi dei consiglieri”. I consiglieri comunali del Partito Democratico hanno lasciato l’aula per protesta, insieme a quelli di Forza Italia e Adesso Gela.
Caos emendamenti. Il dirigente del settore bilancio Alberto Depetro ha confermato che le previsioni di spesa inserite in bilancio rispettano gli effettivi costi per la copertura del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. “Per quanto riguarda debiti e crediti maturati nei rapporti con le partecipate – ha ribadito il dirigente – tutto verrà definito anche attraverso il rendiconto. Sono somme, maturate negli scorsi anni, che verranno coperte in più esercizi”. Il capogruppo del Movimento cinque stelle Vincenzo Giudice si è del tutto distante dalla giunta. “Un bilancio, buono, di questa giunta poteva anche essere approvato dal nostro gruppo – ha spiegato – questo, però, è un bilancio che non condividiamo. Rispetto al sociale non c’è nulla. Se il bilancio non dovesse passare, andremo tranquillamente a casa”. La contesa si è aperta sugli emendamenti. Trentacinque, infatti, hanno ricevuto tutti i pareri tecnici negativi. “Come si fa a votare emendamenti di questo tipo? – hanno chiesto il grillino Simone Morgana e l’esponente del Polo Civico Sandra Bennici – sembra un teatrino”. Proprio sugli emendamenti da votare è esploso lo scontro tra Guido Siragusa e Vincenzo Cirignotta. Sono volate parole grosse tra i due, in verità su posizioni diametralmente opposte ormai da tempo. Alla fine, nonostante le divergenze tra il presidente Ascia e il segretario generale Pietro Amorosia, si è passati ad un voto sull’ammissibilità di tutti gli emendamenti con parere negativo. Alla fine, sono passati i sette emendamenti con il solo parere tecnico negativo. Sono stati cassati quelli con pareri finanziari negativi. Quindi, l’aula ha detto sì agli incentivi per lo sviluppo del centro storico, predisposti dai componenti della commissione sviluppo economico presieduta da Antonio Torrenti. Emendamenti, questi, definiti soprattutto dal consigliere Angela Di Modica. Sì anche alla farmacia sociale, agli interventi di manutenzione dei parchi pubblici e alla prosecuzione dei lavori sul lungomare Federico II di Svevia. L’aula ha votato favorevolmente tutti gli emendamenti presentati dall’amministrazione comunale.
I veleni e gli incarichi. “A questo punto – ha ribadito Carmelo Casano – il bilancio va votato per responsabilità. Spero lo facciano anche coloro che hanno ottenuto incarichi dalla giunta”. Sulla stessa linea la Lista Musumeci e Salvatore Sammito di Un’Altra Gela. Il Partito Democratico ha ribadito il no in aula. “Abbiamo capito – ha spiegato il capogruppo Vincenzo Cirignotta – che l’amministrazione comunale è riuscita ad ingabbiare un gruppo di consiglieri comunali. La nostra idea è diversa”. “Votare sì al bilancio non significa avere accordi con la giunta – ha replicato il capogruppo di Adesso Gela Giuseppe Ventura – io non ho accordi con nessuno”. “Quì – ha ribadito Guido Siragusa – chi vota no ha ottenuto incarichi. Chi vota sì, invece, non mi pare abbia avuto nulla dalla giunta”. Il presidente Alessandra Ascia ha motivato la sua astensione prima di passare al voto finale. “Non essendo stata coinvolta nella programmazione dello schema di bilancio elaborato dall’amministrazione – ha detto – fin dalla fase iniziale, e fino ad oggi, non mi sento di esprimere una valutazione positiva o negativa. Ritengo si tratti di rispetto istituzionale e mi auguro che questo consiglio comunale in primis capisca il mio punto di vista avendo io nei loro confronti il massimo rispetto”. Alla fine, sì al bilancio e nessuno va a casa.