Gela. “La logica messa in campo dai partiti nazionali, per me, non funziona. Non ci si può limitare a porre sul tavolo quello che spetta e quello che pare essergli dovuto”. L’ex parlamentare Ars Pino Federico, anche dopo la partecipazione alla convention dell’Mpa, pare sempre più convinto dell’esigenza di un reset nel campo del centrodestra. “Il dibattito fino ad ora si è limitato ai nomi – aggiunge – prima invece dovremmo parlare di programma e delle cose da fare per la città. A questo dovrebbe servire il tavolo, che ad oggi non si è mai tenuto. A me, interessa capire cosa si voglia fare per il porto, per il nuovo ospedale, per un’infrastruttura viaria come la Gela-Siracusa almeno nel tratto fino a Comiso, altro nodo centrale con l’aeroporto. Voglio capire quali sono gli interventi per rilanciare la zona industriale e il centro storico. Servono le idee. All’epoca, furono proprio le idee a farci mettere in campo il progetto del museo del mare, quello della tangenziale e del nuovo ospedale. E’ vero, ci sono voluti molti altri anni per arrivare a prime concretizzazioni ma senza idee non si va da nessuna parte”. Federico, che nell’Mpa ebbe un lungo trascorso, non esclude che si possa dar seguito all’invito dell’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, convinto assertore di un’intesa ampia che metta insieme più entità a partire dal territorio. “Sono convinto che prima vengono il territorio e la città – dice inoltre – poi, eventualmente, i simboli dei partiti. Non mi pare che i due parlamentari del centrodestra calati da Roma siano mai stati presenti sulle questioni che riguardano la città. Peraltro, dico pure che questa presenza non l’ho percepita neppure dai parlamentari della città, nonostante due senatori e un deputato Ars. Al territorio dobbiamo dare risposte, altrimenti non avremo mai la possibilità di un ritorno dei giovani che se ne sono andati e difficilmente avrebbero trovato possibilità di un futuro in questa città. Tutto questo non va bene”. Da Federico arriva una valutazione chiaramente aperta ad un patto ampio che guardi appunto al territorio, senza imposizioni dai partiti, compresi quelli di riferimento nel centrodestra. Se sarà fattibile non è ancora certo, in attesa di una valutazione complessiva che dovrebbe spettare proprio ai big d’area. “I riferimenti dei partiti e i parlamentari di centrodestra – sottolinea l’ex presidente della Provincia – devono sedersi al tavolo e discutere di programma prima di mettere in campo i nomi, anche perché a livello di esperienza acquisita non sono molti quelli che possono ambire a guidare la città”.
Federico, infine, è convinto che ad oggi non si siano concretizzati risultati amministrativi in linea con le aspettative. “Sento dire, a chi sta amministrando, “farò” o “faremo”. Ma perché in questi cinque anni cosa è stato concretizzato? Non bisognava pensarci prima? – conclude – è vero che c’è il dissesto ma è una questione degli ultimi mesi. Perché fin dall’inizio, invece, non si è pensato ai concorsi per rafforzare gli uffici dell’ente municipale? Questa poteva già essere una prima boccata d’ossigeno che invece non c’è stata”. Valutazioni che per certi aspetti mettono più di qualche distanza dal sindaco Lucio Greco e dalla sua azione a Palazzo di Città, pure in una prospettiva di potenziale mandato bis.