Parte la nuova videosorveglianza, “sul territorio droga e armi ancora assai diffuse”

 
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Gela. Era attesa da anni e da oggi è attiva la nuova videosorveglianza pubblica. Il sistema, finanziato prevalentemente con stanziamenti comunali, parte ma sarà poi implementato ulteriormente con almeno altre cinquanta telecamere, poste in varie zone del perimetro urbano. Questa mattina, in commissariato, c’erano le massime cariche istituzionali, giudiziarie e delle forze dell’ordine.  Si inizia con ventisei punti di osservazione, novantasei telecamere che riescono a leggere le targhe. Dalla sala controllo della polizia i dati vengono memorizzati in un software. In ogni sala operativa, sono presenti tre monitor. Una copertura capillare finalizzata a contrastare e prevenire fatti di criminalità diffusa e a supporto strategico della procura e delle forze dell’ordine. Il sindaco Lucio Greco e la giunta hanno lavorato ad un progetto che fino ad oggi aveva sempre subito fermate brusche, per assenza di fondi ministeriali. Così, è stato deciso di attivare stanziamenti dell’ente municipale. Il prefetto Chiara Armenia, da sempre attenta alla questione, questa mattina ha sottolineato che un sistema di videosorveglianza è attivo in tutte le principali città. Il dirigente Antonino Collura è stato citato per il fatto di aver chiuso la procedura. Il sindaco ha sottolineato che “in sette mesi siamo riusciti ad avere la videosorveglianza. È stato un parto duro”. Molti hanno voluto precisare che “non sarà la soluzione a tutti i mali ma la città si deve riscattare anche socialmente”. “Bisogna fare di più sulla cultura della legalità”, ha sostenuto il prefetto. È emerso che il settanta per cento degli incendi è motivato da liti personali. Il sindaco ha ringraziato il prefetto per l’intenso lavoro svolto.

Il presidente Riggio e i procuratori Musti e De Luca

Alla presentazione ufficiale, anche una delegazione di studenti del liceo classico “Eschilo”.

Non sono mancati il questore Agnello, il presidente del tribunale Riggio, il procuratore capo facente funzioni Musti, i vertici delle forze dell’ordine. La videosorveglianza è già collaudata e attiva. Per il magistrato Maria Grazia Vagliasindi, già presidente della Corte d’appello di Caltanissetta, “ne beneficerà la cittadinanza, è un risultato concreto. Il problema è prevenire il crimine. Abbiamo riscontrato un crescendo dello spaccio di droga e della criminalità minorile. È fondamentale la comunità educativa e di conseguenza le scuole. Il filmato ha un valore documentale determinante ai fini della prova del reato”. Si sono susseguiti gli interventi del procuratore generale Fabio D’Anna e del procuratore della distrettuale De Luca. “C’è stata un’attività instancabile del prefetto. Il territorio di questa provincia è caratterizzato da notevole traffico di droga e da un’enorme quantità di armi. La prevenzione – ha detto De Luca – è importante perché la criminalità organizzata pasce e ricresce. La società civile deve garantire diritti, solo così la mafia trova meno terreno fertile”. Da tempo, l’amministrazione comunale e il sindaco avevano posto la videosorveglianza tra le priorità, così come richiesto proprio dalla procura e dalle forze dell’ordine.

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