“Parole Lorefice di una politica con la p minuscola”, Giudice: “Sblocca Gela” innervosisce il potere”

 
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Il sindacalista Cgil Ignazio Giudice

Gela. “Esternazione di una politica con la p minuscola”. Il segretario confederale della Cgil Ignazio Giudice sintetizza così le stoccate che il senatore grillino Pietro Lorefice ha rivolto a lui e all’azione avviata dai sindacalisti per lo “Sblocca Gela”. L’esponente del Movimento cinque stelle ha parlato di una mobilitazione che tende solo a “strumentalizzare”, sottolineando che il Ministero dell’ambiente sta lavorando costantemente al rilascio della proroga Via per la base gas di Eni. “Immagino sia pesante, forse frustrante, per un senatore della Repubblica, peraltro eletto grazie ad una lista blindata dai vertici del proprio partito, quando un comune cittadino, fiero di rappresentare un sindacato storico che ha fatto della lotta alle storture sociali uno stendardo – dice Giudice rivolgendosi direttamente a Lorefice – si sostituisce al politico di turno. Perché vedi, caro Pietro, questo accade quando la politica è immobile, addormentata, inutile, slegata dai bisogni della gente. Accade così che chi ama profondamente la propria città, fino a provare rabbia nel vederla abbandonata a sè stessa, vuole rivendicarla anche a costo di affrontare le sciocche e sterili insinuazioni di chi cerca di delegittimare una protesta più che legittima, solo per salvaguardare il proprio schieramento politico”. Per il sindacalista le dure considerazioni del senatore sono solo una strategia a tutela del Movimento cinque stelle e del ministro Sergio Costa, che non ha ancora firmato la proroga Via. “Se il gelese Pietro Lorefice, prima di essere senatore, avesse letto, tra un viaggio a Roma e uno in Canada, i punti della nostra rivendicazione avrebbe di certo visto che sono indicati tanti  problemi annosi che vive Gela. La sua città. Problemi che lo stesso, prima assessore e oggi senatore con un partito che è stato maggioranza con la Lega e con il Pd, avrebbe dovuto già affrontare – continua – e a cui anzi chiedo di dare rendicontazione al territorio. Malesseri che non sono della Cgil o di Ignazio Giudice ma di un’intera città che si aspetta che la politica faccia scudo, che non si aspetta che un senatore della Repubblica, qui cresciuto, minimizzi la sua sofferenza reale pur di tutelare una parvenza partitica”.

La Cgil chiede con forza un confronto diretto con il premier Giuseppe Conte, nel tentativo di valutare le ragioni di una stasi che ha travolto non solo la proroga Via ma, più in generale, tutti gli strumenti di finanziamento sul territorio. Per Lorefice, però, si tratta di richieste “assurde”, finalizzate solo ad avere visibilità. “Sono pronto ad un confronto su tutti i temi inclusi nella rivendicazione, legati al destino delle nuove generazioni che non hanno la visione Eni-centrica della vita della città – conclude il sindacalista – per questo oltre al progetto Argo-Cassiopea vi è un mondo nuovo da realizzare e tutto dipende dallo Stato. Arriveremo dal premier Conte per salvare Gela, motore della provincia. Il successo della petizione innervosisce il potere, io invece sono fiero”. Grillini e sindacato viaggiano certamente su sponde del tutto opposte, in attesa che qualcosa si sblocchi veramente.

2 Commenti

  1. Un personaggio ambiguo questo sindacalista della CGL, a parte la sorella che in consiglio comunale appartiene all’anonimato di allocazione partitica, questo vuole arrivare a Conte, vuole arrivare a Musumeci, vuole arrivare a fare il sindaco, vuole arrivare a che cosa, non si capisce povero illuso e smemorato che non rammenta nemmeno il suo ruolo fondamentale per la chiusura della raffineria.
    I lavoratori hanno finito già di conoscerti.

  2. In generale non nutro sinpatia particolare per il sindacato e i sindacalisti, ma al di la di questo mi sembrano parole giuste nei confronti di un senatore della Repubblica gelese che dovrebbe….. Altrimenti a casa pwrche non ci serve

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